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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 12.1909

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Fasc. 4
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Aru, Carlo: Scultori della versilia: Lorenzo e Stagio Stagi da Pietrasanta
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https://doi.org/10.11588/diglit.24137#0317

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276

CARLO ARCI

del Duomo come la parte dal maestro lucchese effettivamente e solamente eseguita di tutto il
lavoro dei 22 altari. «Il Civitali, così egli ragiona,1 doveva avere per ciascuna delie cap-
pelle, fatte e poste in Duomo, fiorini duecento di lire quattro per cia-
__w scheduno, ossia lire ottocento. Egli, o in contanti o per grano o altro,
ricevette dall’operaio sole lire 219 e 14 soldi; non è quindi da supporsi,
non avendo altra memoria di pagamenti a lui fatti, che per quel prezzo
il Civitali potesse eseguire, nonché due, nemmeno parte di una di queste
cappelle per il Duomo, e la parte da lui effettivamente eseguita si con-
serva. tuttora nella sagrestia della chiesa ».

Ora, per accettare queste conclusioni, bisogne-
rebbe ammettere che di tutti i pagamenti dal Civitali
ricevuti si sia conservata memoria nei libri dell’Ar-
chivio dell’ Opera e che null’ahro il Maestro abbia
ricevuto oltre le 219 lire ed i 14 soldi registrati nel
documento pubblicato dal Ridolfi. Dal quale però
rileviamo che, a prescindere da due minori paga-
menti del i486 e del 1487, per il valore complessivo
di lire 23, due altri maggiori furono fatti a Matteo,

| il primo a’ 25 aprile i486, all’atto di stipulazione del
contratto, ed il secondo oltre due anni dopo, addi
i° ottobre 1488.

Pure ammettendo che in questo periodo nella
botteg'a di Matteo si lavorasse intorno ad opere più
importanti, delle quali però nessuna memoria è ser-
bata, non è possibile credere che in due anni quivi
si fosse dedicata agii altari così poca attività da
non dare compiuto che il piccolo frammento della
I sagrestia. E di più, dopo questa negligenza, non è
I possibile ammettere che l’operaio del Duomo pagasse
! nel 1488 12 fiorini larghi d’oro quando nei patti con-
trattuali era esplicitamente dichiarato che si sareb-
bero consegnati a Matteo i denari « con questo in-
teso che ditti denari che si pagano ci debbi esser
fatto tanto lavoro che meriti la valuta di ditti de-
nari ».2

10 credo di poter risolvere in modo definitivo la
questione rivendicando alla bottega di Matteo Civi-
tali una parte delle candelabre del coro del Duomo
di Pisa ed indicando altri numerosi frammenti del
suo altare.

11 Supino accenna solo per ipotesi, io credo molto
opportunamente, che le due candelabre che inqua-
drano dai lati la Pietà del Sodoma, dietro l’altare
maggiore del Duomo, possano attribuirsi appunto al

Civitali, e ritiene che tutte le altre siano, come abbiamo accennato, opera
dei maestri Gino e Valerio. Ma senza dubbio alcune altre delle cande-
labre del Coro sono da attribuirsi alla bottega di Matteo perchè hanno
gli stessi caratteri di un diligente intaglio e lo stesso disegno con maz-
zetti di frutta e foglie pendenti da un nastro. Caratteristica fra le altre

Lorenzo Stagi (?) :
Candelabra.
Pisa, Camposanto

Lorenzo Stagi (?):
Candelabra.
Pisa, Camposanto

Supino, op. loc. cit.

2 In documento cit. pubbl. dal Supino.
 
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