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CARLO ARU
cornici esterne. Questa decorazione è ancora misurata nel primo altare dello Stagi, dove le
forme, in gran parte riproducenti la realtà, conservano una certa omogeneità di sviluppo ed
ancora non presentano una minuziosa lavorazione di trapano. Ma nel secondo la decorazione
diventa complessa e fantastica: i delfini affrontati dinanzi alla conchiglia nell’arco; i fauni
che corrono fra pampini ed i grifi, le sirene con teste leonine fra volute d’acanto nei pi-
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ur»ir,
itwìmmmmm
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fey PHIUPPVS DEC'.IY 7 SIVE DE DI? IO MFDIOLANENM' iV
J rSCONSVLJVs.CELF.ruI EVIA NOTbFlMVN C.VM PIUME
/ LOCVM STVD8 IN IVRE dÀNONlÓO VEL CIVILI FENV \
(/: ISSET PISIS SENIS FLORLNTIE PADW PAPIÉ ET DCMV %
VLTPA MOTE 7 IN CJ ALLEA PLVOCAI'VF IN II ALIAVI A? |v
p EXCELSA FLORENTINOR REPVBUCA POSTEA OVAM fi
V? SLII’ENDIVM MILLE QNGENTOR AVREOfc IN AVRÒ ;?
\ PIPO LECTVRA CON.SECVTVs EVISTT DE MORIE CO’ 7
\ c.itas hoc- SEivi4.u1, sua fabric ari cvravit ne 1
M POSTERIS-SVIS CREDERÈT j(s£
Stagio Stagi: Sarcofago di Filippo Decio. Pisa, Camposanto. - (Fot. Brogi)
lastri; i mascheroni che come nel capitello del cero pasquale hanno capelli e barba di foglie,
i bellissimi mostri marini larghi di modellato, saldi nell’ampio torace, che si avviluppano
nell’architrave; gli scudi, le teste di ariete, i leoni rampanti, le teste umane, i pesci delle
cornici esterne; tutti eseguiti con pazienza d’orafo, accarezzati, cesellati in ogni particolare
ci dimostrano tutta l’abilità dell’artista e lo sviluppo della sua arte e della sua tecnica.
Nel 1534 fece il monumento funebre di Filippo Decio che oggi ancora si conserva
integro nel Camposanto di Pisa. Decio nato a Desio in Lombardia, celebre giureconsulto,
lettore di diritto canonico e civile negli studi di Firenze, Siena, Padova e Pavia, dopo una
CARLO ARU
cornici esterne. Questa decorazione è ancora misurata nel primo altare dello Stagi, dove le
forme, in gran parte riproducenti la realtà, conservano una certa omogeneità di sviluppo ed
ancora non presentano una minuziosa lavorazione di trapano. Ma nel secondo la decorazione
diventa complessa e fantastica: i delfini affrontati dinanzi alla conchiglia nell’arco; i fauni
che corrono fra pampini ed i grifi, le sirene con teste leonine fra volute d’acanto nei pi-
•.7177:»
ur»ir,
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fey PHIUPPVS DEC'.IY 7 SIVE DE DI? IO MFDIOLANENM' iV
J rSCONSVLJVs.CELF.ruI EVIA NOTbFlMVN C.VM PIUME
/ LOCVM STVD8 IN IVRE dÀNONlÓO VEL CIVILI FENV \
(/: ISSET PISIS SENIS FLORLNTIE PADW PAPIÉ ET DCMV %
VLTPA MOTE 7 IN CJ ALLEA PLVOCAI'VF IN II ALIAVI A? |v
p EXCELSA FLORENTINOR REPVBUCA POSTEA OVAM fi
V? SLII’ENDIVM MILLE QNGENTOR AVREOfc IN AVRÒ ;?
\ PIPO LECTVRA CON.SECVTVs EVISTT DE MORIE CO’ 7
\ c.itas hoc- SEivi4.u1, sua fabric ari cvravit ne 1
M POSTERIS-SVIS CREDERÈT j(s£
Stagio Stagi: Sarcofago di Filippo Decio. Pisa, Camposanto. - (Fot. Brogi)
lastri; i mascheroni che come nel capitello del cero pasquale hanno capelli e barba di foglie,
i bellissimi mostri marini larghi di modellato, saldi nell’ampio torace, che si avviluppano
nell’architrave; gli scudi, le teste di ariete, i leoni rampanti, le teste umane, i pesci delle
cornici esterne; tutti eseguiti con pazienza d’orafo, accarezzati, cesellati in ogni particolare
ci dimostrano tutta l’abilità dell’artista e lo sviluppo della sua arte e della sua tecnica.
Nel 1534 fece il monumento funebre di Filippo Decio che oggi ancora si conserva
integro nel Camposanto di Pisa. Decio nato a Desio in Lombardia, celebre giureconsulto,
lettore di diritto canonico e civile negli studi di Firenze, Siena, Padova e Pavia, dopo una