MISCELLANEA
313
questa medaglia con le teste dei due donatori risulta
l’impossibilità che uno di essi possa identificarsi col
ritratto del prelato francese.
Scartato così in modo assoluto il valore del docu-
mento richiamato dal Bernardini, dimostrate le affi-
nità del nostro quadro con le opere di Melozzo, e le
sue profonde dissimiglianze con quelle di Antoniazzo,
ci pare non resti più alcun dubbio per fare rientrare
il prezioso dipinto nel novero delle opere del grande
Forlivese. Lisa de Schlegel.
S. Maria di Gazzo (Verona). — Ignorata o dimenti-
cata dagli studiosi, la parrocchiale di Gazzo merita in-
vece un notevole posto tra le chiese dell’agro veronese.
L’origine di questa è remotissima: un diploma di
Berengario I del 28 febbraio 890 1 ricorda come la
chiesa fosse già stata beneficata dai re longobardi Liut-
prando ed Ilprando (736-743) e dall’imperatore Lodo-
vico II, il testo del cui privilegio dell’864 (?) tuttora
si conserva.2 Fin dal secolo ix almeno, S. Maria di
Gazzo comparisce come unita al monastero benedet-
tino di S. Maria in Organo di Verona.3
Ma la fabbrica attuale non risale a quell’epoca an-
tichissima : se pure ad essa non appartenga il mosaico
geometrico a tesselli bianchi, rossi e neri, costituente
l’originaria pavimentazione del tempio, di cui soltanto
un brevissimo tratto venne scoperto fin ora al disotto
del livello moderno. Al secolo ix però devono ascr-
S. Maria di Gazzo (Verona)
Il paese cui essa appartiene, situato nella bassa pia-
nura fra il Tartaro ed il Trione, è meglio conosciuto
forse agli archeologi per le scoperte alle quali in varie
epoche dette luogo.1 Frammenti di iscrizioni,2 una pie-
tra scolpita a candelabre ed un fregio a triglifi di
epoca romana si trovano murati in vari punti della
chiesa stessa.
1 Cfr. G. B. da Persico, Descrizione di Verona. Verona, 1821
voi. II. pag. 256 seg. Catalogo degli oggetti d'arte e d’antichità
del museo di Verona. Verona, 1865, pag. 299. P. P. Martinati,
Storia della paleontologia veronese. Verona, 1876, pag. 21. Notizie
degli scavi di antichità, 1880, pag. 236; 1881, pag. 310. Quanto
alla chiesa detta il Chieson nel territorio stesso del Gazzo, co-
struita in parte con materiale romano, si confronti l’articolo di
prossima pubblicazione nel Bollettino d’arte.
2 Corpus inseriitionum latinorum, voi. V, n. 3613, 3655 e 3861
(cfr. Notizie d.egli scavi di antichità, 1880, pag. 366).
versi comunque i due frammenti di marmi ornamen-
tali infissi nella facciata e nel lato di oriente e quello
trasportato presso il pozzo della canonica, nonché le
due iscrizioni, una delle quali murata all’esterno della
1 L. Schiaparelli, I diplomi di Berengario I (Fonti per la
storia d’Italia pubblicate dall'Istituto storico italiano). Roma, 1903,
pag. 31, n. VII (il quale deve essere tutto uno col preteso diploma
perduto, pag 405, n. 3).
2 E. Muhlrachkr, Die Regesten des Kaiserreichs unter den
Karolingern. Innsbruck, 1889, voi. I, pag. 456, n. 1194.
3 Infatti nel privilegio di re Ugo del 12 febbraio 928, fra le per-
tinenze del monastero di Gazzo si nomina la chiesa di S. Maria
in Organo (C. Cipolla, Fonti edite della storia della regione ve-
neta in Miscellanea della R. Deputazione veneta di storia patria,
voi. II, Venezia, 1882, pag. 64) ; e viceversa nella bolla di papa
Giovanni XIX del settembre 1025 (?) il monastero di Gazzo è an-
noverato fra i possessi di quello di S. Maria in Organo (Ph. Jaffé,
L’Arte. XII, 40.
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questa medaglia con le teste dei due donatori risulta
l’impossibilità che uno di essi possa identificarsi col
ritratto del prelato francese.
Scartato così in modo assoluto il valore del docu-
mento richiamato dal Bernardini, dimostrate le affi-
nità del nostro quadro con le opere di Melozzo, e le
sue profonde dissimiglianze con quelle di Antoniazzo,
ci pare non resti più alcun dubbio per fare rientrare
il prezioso dipinto nel novero delle opere del grande
Forlivese. Lisa de Schlegel.
S. Maria di Gazzo (Verona). — Ignorata o dimenti-
cata dagli studiosi, la parrocchiale di Gazzo merita in-
vece un notevole posto tra le chiese dell’agro veronese.
L’origine di questa è remotissima: un diploma di
Berengario I del 28 febbraio 890 1 ricorda come la
chiesa fosse già stata beneficata dai re longobardi Liut-
prando ed Ilprando (736-743) e dall’imperatore Lodo-
vico II, il testo del cui privilegio dell’864 (?) tuttora
si conserva.2 Fin dal secolo ix almeno, S. Maria di
Gazzo comparisce come unita al monastero benedet-
tino di S. Maria in Organo di Verona.3
Ma la fabbrica attuale non risale a quell’epoca an-
tichissima : se pure ad essa non appartenga il mosaico
geometrico a tesselli bianchi, rossi e neri, costituente
l’originaria pavimentazione del tempio, di cui soltanto
un brevissimo tratto venne scoperto fin ora al disotto
del livello moderno. Al secolo ix però devono ascr-
S. Maria di Gazzo (Verona)
Il paese cui essa appartiene, situato nella bassa pia-
nura fra il Tartaro ed il Trione, è meglio conosciuto
forse agli archeologi per le scoperte alle quali in varie
epoche dette luogo.1 Frammenti di iscrizioni,2 una pie-
tra scolpita a candelabre ed un fregio a triglifi di
epoca romana si trovano murati in vari punti della
chiesa stessa.
1 Cfr. G. B. da Persico, Descrizione di Verona. Verona, 1821
voi. II. pag. 256 seg. Catalogo degli oggetti d'arte e d’antichità
del museo di Verona. Verona, 1865, pag. 299. P. P. Martinati,
Storia della paleontologia veronese. Verona, 1876, pag. 21. Notizie
degli scavi di antichità, 1880, pag. 236; 1881, pag. 310. Quanto
alla chiesa detta il Chieson nel territorio stesso del Gazzo, co-
struita in parte con materiale romano, si confronti l’articolo di
prossima pubblicazione nel Bollettino d’arte.
2 Corpus inseriitionum latinorum, voi. V, n. 3613, 3655 e 3861
(cfr. Notizie d.egli scavi di antichità, 1880, pag. 366).
versi comunque i due frammenti di marmi ornamen-
tali infissi nella facciata e nel lato di oriente e quello
trasportato presso il pozzo della canonica, nonché le
due iscrizioni, una delle quali murata all’esterno della
1 L. Schiaparelli, I diplomi di Berengario I (Fonti per la
storia d’Italia pubblicate dall'Istituto storico italiano). Roma, 1903,
pag. 31, n. VII (il quale deve essere tutto uno col preteso diploma
perduto, pag 405, n. 3).
2 E. Muhlrachkr, Die Regesten des Kaiserreichs unter den
Karolingern. Innsbruck, 1889, voi. I, pag. 456, n. 1194.
3 Infatti nel privilegio di re Ugo del 12 febbraio 928, fra le per-
tinenze del monastero di Gazzo si nomina la chiesa di S. Maria
in Organo (C. Cipolla, Fonti edite della storia della regione ve-
neta in Miscellanea della R. Deputazione veneta di storia patria,
voi. II, Venezia, 1882, pag. 64) ; e viceversa nella bolla di papa
Giovanni XIX del settembre 1025 (?) il monastero di Gazzo è an-
noverato fra i possessi di quello di S. Maria in Organo (Ph. Jaffé,
L’Arte. XII, 40.