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GEORG S OROTRA
e 1592. Sono però queste poche notizie sufficienti per portar luce su la qualità dell’operato
artistico di Pietro e questo è tale da escludere, a priori, ogni possibilità d’una eventuale
conservazione delle sue opere d’allora. Non sono già queste il prodotto di un’arte monu-
mentale, ma l’espressione di quella ten-
denza. decorativo-industriale della plastica
italiana alla fine del xvi secolo, che tro-
viamo nelle ville, nell’ornamento statuario
dei giardini, cosparsi di grotte, di fontane,
di zampilli e cascate, di nicchie e di loggie.
E in questi prodotti artistici riflette lo spi-
rito antico, vuoi con opere originali e
restaurate — ricordo le Niobidi innalzate
dal Cardinal Ferdinando nel giardino della
villa Medici — vuoi con riproduzioni mi-
tologiche ed allegoriche come allora era
di moda. Mi sia qui permesso di portare
di nuovo alla memoria ciò che il Baglione
riferisce riguardo ai restauri di statue
antiche fatti da Pietro. A completamento
delle notizie che diedi intorno al primo
operato di Pietro a Napoli, riporto un passo
d’una notizia anonima scritta in un codice
già in possessione di Pier Filippo Ber-
nini,1 che dice: « Pietro esercitando diversi
negozij conforme l’usanza del suo paese
andò ad accasarsi a Napoli, e perchè si dilet-
tava ancora di scolpire in marmo, etc. ».
Questa notizia, tutt’altro che sospetta, che
ci ricorda anche la frase del Baldinucci
« tratto da maggiore avantaggio », ci ren-
derà plausibile il perchè nel primo periodo
di sua attività a Napoli, Pietro non ci
avesse lasciato alcun’opera. E da ciò risulta
che in quel tempo non la scultura fu la
sua principale occupazione, ma che in altra
guisa trovò modo per guadagnarsi il pane.
Dagli ultimi anni del xvi secolo però
conosciamo opere e documenti che ci ren-
dono possibile di seguire Pietro nella sua
P'jcr. 2_Pietro Bernini : ha Sicurtà produzione artistica sino al suo ritorno a
Napoli. Facciata della Chiesa del Monte di Pietà Roma, e più avanti ancora sino all’appa-
rire di Lorenzo nell’arte. Le ulteriori delu-
cidazioni ci spiegheranno forse da sè il fatto che inaspettatamente troviamo Pietro Bernini
dedicato all’arte monumentale della chiesa.
Lo spazio limitato non mi permette riferire le considerazioni critiche che mi hanno
condotto a costruire la seguente scala cronologica per le opere conservate di Pietro a Napoli;
a lui attribuisco due nuove opere sconosciute sin’ora anche dalle vecchie « Guide » napole-
tane; altre credetti bene di togliergli:
1 Ivi, loc. cit., pag. 3.
GEORG S OROTRA
e 1592. Sono però queste poche notizie sufficienti per portar luce su la qualità dell’operato
artistico di Pietro e questo è tale da escludere, a priori, ogni possibilità d’una eventuale
conservazione delle sue opere d’allora. Non sono già queste il prodotto di un’arte monu-
mentale, ma l’espressione di quella ten-
denza. decorativo-industriale della plastica
italiana alla fine del xvi secolo, che tro-
viamo nelle ville, nell’ornamento statuario
dei giardini, cosparsi di grotte, di fontane,
di zampilli e cascate, di nicchie e di loggie.
E in questi prodotti artistici riflette lo spi-
rito antico, vuoi con opere originali e
restaurate — ricordo le Niobidi innalzate
dal Cardinal Ferdinando nel giardino della
villa Medici — vuoi con riproduzioni mi-
tologiche ed allegoriche come allora era
di moda. Mi sia qui permesso di portare
di nuovo alla memoria ciò che il Baglione
riferisce riguardo ai restauri di statue
antiche fatti da Pietro. A completamento
delle notizie che diedi intorno al primo
operato di Pietro a Napoli, riporto un passo
d’una notizia anonima scritta in un codice
già in possessione di Pier Filippo Ber-
nini,1 che dice: « Pietro esercitando diversi
negozij conforme l’usanza del suo paese
andò ad accasarsi a Napoli, e perchè si dilet-
tava ancora di scolpire in marmo, etc. ».
Questa notizia, tutt’altro che sospetta, che
ci ricorda anche la frase del Baldinucci
« tratto da maggiore avantaggio », ci ren-
derà plausibile il perchè nel primo periodo
di sua attività a Napoli, Pietro non ci
avesse lasciato alcun’opera. E da ciò risulta
che in quel tempo non la scultura fu la
sua principale occupazione, ma che in altra
guisa trovò modo per guadagnarsi il pane.
Dagli ultimi anni del xvi secolo però
conosciamo opere e documenti che ci ren-
dono possibile di seguire Pietro nella sua
P'jcr. 2_Pietro Bernini : ha Sicurtà produzione artistica sino al suo ritorno a
Napoli. Facciata della Chiesa del Monte di Pietà Roma, e più avanti ancora sino all’appa-
rire di Lorenzo nell’arte. Le ulteriori delu-
cidazioni ci spiegheranno forse da sè il fatto che inaspettatamente troviamo Pietro Bernini
dedicato all’arte monumentale della chiesa.
Lo spazio limitato non mi permette riferire le considerazioni critiche che mi hanno
condotto a costruire la seguente scala cronologica per le opere conservate di Pietro a Napoli;
a lui attribuisco due nuove opere sconosciute sin’ora anche dalle vecchie « Guide » napole-
tane; altre credetti bene di togliergli:
1 Ivi, loc. cit., pag. 3.