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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 12.1909

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Fasc. 6
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Papini, Roberto: Marmorari Romanici in Toscana
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https://doi.org/10.11588/diglit.24137#0468

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MARMORARI ROMANICI IN TOSCANA

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Le transenne si inalzavano generalmente per creare nelle chiese a tre navi prive di
abside o con abside piccola, come quasi tutte quelle romaniche di Toscana, uno spazio atto
alle funzioni del rito, quello spazio cioè che nelle chiese gotiche fu poi dato dal presbiterio
e dal coro dietro l’altar maggiore. In molte delle chiese romaniche, abolite le collegiate di
canonici, diminuita con l’erezione delle cattedrali l’importanza loro, le transenne furon poi
disfatte, utilizzandone o disperdendone i pezzi o rifacendole addirittura in altro stile come
nella Cattedrale pisana.

Due soli esempi restano oggi in Toscana ad attestare quale fosse l’aspetto di questi
presbiteri recinti intorno all’altar maggiore: uno nella chiesa fiorentina di San Miniato al
Monte, l’altro nel duomo di Barga. In entrambe le chiese le transenne sono al posto per
cui furono create, e, addossato al pilastro della navata destra, sta ancora l’ambone ove dal
presbiterio saliva il saderdote per la lettura della epistola nelle messi solenni.

La disposizione esistente nel Duomo di Barga è ancor più caratteristica per il fatto
che in San Miniato il piano del presbiterio è elevato sopra la cripta, tipo meno comune fra
le chiese romaniche di Toscana, mentre il
Duomo di Barga, nonostante i due rifaci-
menti che a breve distanza di tempo ebbe
a subire nella sua radicale struttura, ri-
mane ancora nella parte centrale del tipo
comune, se si confronta specialmente con
le chiese del pisano e del lucchese. Il piano
del presbiterio è nel Duomo di Barga ele-
vato di 60 centimetri circa sul piano della
chiesa e ad esso si perviene mediante tre
forami aperti nella transenna, uno lungo
l’asse della chiesa, gli altri due al centro
delle navate minori, accessibili mediante
piccole gradinate semicircolari di tre gra-
dini ognuna: la chiusura ne è fatta se-
condo l’asse trasversale passante per i due
pilastri che sostengono l’arco trionfale
nelle navatelle, e nella navata maggiore
secondo una linea parallela a quest’asse, Pistoia. Chiesa di Sant’Andrea.

formando come un avancorpo da cui a de- Capitello d uno stipite della porta maggiore.

stra si distacca il pulpito quadrangolare.

Questo è poggiato su quattro colonne ed accessibile mediante una scala saliente dall’interno
del presbiterio sì da permettere nel tempo delle funzioni solenni che il sacerdote vi accedesse
direttamente dal presbiterio per la lettura dell’epistola.

Con questa disposizione si ottenne un isolamento del luogo più sacro, destinato a con-
tenere l’altare e gli stalli dei canonici, dal restante della chiesa libera al pubblico dei fedeli,
anche quando il piano del presbiterio non fosse stato così elevato sul piano della chiesa come in
San Miniato al Monte. Si può dire anzi che ogni chiesa di una certa importanza, fra quelle cioè
che avendo una collegiata di canonici necessitavano del presbiterio, avesse in Toscana una
simile decorazione composta della transenna e dell’ambone di analoga disposizione e struttura.

Abbiamo già detto come non ne rimangano ogg'i che due esempi poiché purtroppo,
cambiate non molto tempo dopo le necessità del culto o mutate le tendenze del gusto, si
disfecero transenne ed amboni ; questi si raffazzonarono trasformandoli in pulpiti e di quelle
si adoperarono le formelle ad adornar sepolcri, come a Volterra, o paliotti d’altare, come
a Pisa, o si gettarono nei magazzini dove giacciono ancora.

La conservazione della chiusura presbiteriale di San Miniato al Monte si deve quindi
principalmente al fatto che essa è una semplice opera di decorazione ricca ed accurata, ma

L’Arte. XII, 54.
 
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