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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 12.1909

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Fasc. 6
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Papini, Roberto: Marmorari Romanici in Toscana
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https://doi.org/10.11588/diglit.24137#0469

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ROBERTO PAPI NI

priva di figure scolpite e tale cioè da rimanere opera adatta al gusto d’ogni tempo anche
quando le goffe sculture dei marmorari romanici dovettero sembrare indegne di figurare in
una chiesa. L’analog'a chiusura del Duomo di Barga rimase invece nel romito paese di
Garfagnana, chiuso, dall'epoca romanica ai Della Robbia che v’ebbero fornaci, ad ogni altro
genere d’arte, così come rimane dimenticato nelle vecchie case di campagna qualche solido
mobile antico.

Furori disfatti invece, per citare un esempio, transenna ed ambone nel Duomo di
Volterra. Sei delle formelle che facevan parte della transenna sono ora nell’interno della
chiesa incastrate nel muro sopra la porta maggiore e scolpite sul modello di quelle che
vedremo poi a Pisa con rosoni, losanghe, poligoni e rose in cornici adorne di fogliami. Esse
fiancheggiano una larga pietra con una figura giacente, di epoca assai posteriore alle for-
melle, usata già, a quanto sembra come pietra tombale nel pavimento stesso del Duomo, e
tutto è poi incorniciato con frammenti di cornici tolte certamente alla stessa transenna. Altre
otto formelle analoghe in tutto alle precedenti adornano ora a sinistra della porta maggiore




Pisa. Battistero. Formella dell’altare.

Pisa. Battistero. Formella dell’altare.

il monumento all’arcivescovo Francesco Gaetano Incontri morto verso la fine del settecento
ed altre cornici ed altri frammenti della transenna giacciono ancora nell’arsenale dell’Opera
così confusi con altri pezzi da rendere impossibile per ora ogni più accurata ricerca che
sarebbe oltremodo interessante \

Nè è difficile riconoscere come l’ambone, per analogia di cornici e di tecnica coi fram-
menti superstiti della transenna, facesse parte della stessa decorazione prima che fosse
rimosso dal suo posto fra la navata principale e la navatella destra, prima cioè che, ricom-
posto presso alla terza colonna di sinistra, servisse di pergamo ai predicatori. Gran parte
delle cornici furono in esso rifatte al tempo di questo tramutamento e dell’antico ambone
fu adoprato poco più che i sostegni ed i bassorilievi ; tanto è vero che nell’interno si notano
intarsi di marmi bianchi e neri simili a quelli dell’esterno e quasi tutti a compassi o scacchiere,
usati alla rinfusa, rovesciati, tagliati secondo che le dimensioni del nuovo pulpito lo richiedevano.

1 Appartennero quasi certamente alla stessa tran-
senna della Cattedrale volterrana e furono forse can-
delabri per cero pasquale le due colonne con capitelli
lavorati a fogliami che sostengono ora gli angeli ingi-

nocchiati attribuiti a Mino, ai lati dell’altar maggiore:
in essi infatti e nei capitelli lo stesso lavoro di tra-
pano, la stessa tecnica seguita nell’intagl are le cor-
nici dell’ambone.
 
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