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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 12.1909

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Fasc. 6
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Papini, Roberto: Marmorari Romanici in Toscana
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https://doi.org/10.11588/diglit.24137#0478

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MARMORARI ROMA MICI IN TOSCANA

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sommaria e rude, cornici fatte con lavoro altrettanto paziente non di trapano ma di scalpello
e di raspa sì da imitare piuttosto lo sbalzo nel metallo o l’impressione sul cuoio. Siamo
dunque dinanzi ad una scuola diversa da quella vista precedentemente, ad una scuola che
presenta un progresso notevole rispetto all’altra e che se ne distacca per una tecnica com-
pletamente diversa, specie nell’eseguir le cornici.

Ora è facile vedere come non solo della stessa bottega ma della stessa mano sieno
questo architrave di San Pier Maggiore in Pistoia e l’ambone famoso del Duomo di Barga.

Esaminando infatti le figure d’entrambi si trova una perfetta identità di tipi, tanto che
alcune teste son ripetute nelle due opere di scultura. Il marmorario, che a San Pier Mag-
giore aveva posto le figure tutte di fronte, nel pulpito di Barga dà loro per necessità di
rappresentazione un movimento che esorbita un poco dal campo della sua abilità; ma in
entrambi la testa della Vergine ha la stessa forma rettangolare con gli zigomi fortemente

Brancoli. Pieve di Santa Maria e San Giorgio. Fonte battesimale.

sporgenti, con la fronte larga sotto cui si spalancano e sembrano uscir fuori dall’orbita due
grandi occhi sgranati, col naso largo alla base ed a spigolo acuto, con le labbra dritte, quasi
taglienti e tumide sotto alla ben marcata fossetta del labbro superiore. 11 velo che le ricopre
la testa cs.de ai lati con lo stesso numero di pieg'he disposte ugualmente e le vesti sono
levigate molto sulle sporgenze, incavate appena con una linea dritta o leggermente curva
nelle pieghe: le mani sono singolarmente piatte come mestole, con le dita diritte segnate
fortemente ed un poco modellate nelle articolazioni.

Lo stesso si può dire delle figure virili, e se si confronta il San Giuseppe avente la mazza
ed il rotulo nell’ambone di Barga con una qualunque delle figure barbate dell’architrave
pistoiese, e specialmente col Cristo, si vedrà come la somiglianza sia perfetta. Lo stesso modo
di fare gli occhi, il naso e la bocca come abbiamo visto nella testa della A^ergine ; lo stesso
modo di tracciare con linee parallele le barbe ed i capelli e poi dividerli a ciocche con una
fila di piccoli buchi di trapano; lo stesso modo di fare e disporre le vesti con le pieg'he ter-
minate a triangolo, a losanga oda saetta. Ala v’ha di più : si osservi in entrambi il modo
di porre le figure entro edicolette terminate da due colonnine e da un arco, una accanto
all’altra sì da apparire come se i personaggi uscissero da un porticato : si osservino i capi-
telli e le basi di queste colonnette, l’uso di ornare con un rosone o con una stella la spalla
 
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