MARMORARI ROMANICI IN TOSCANA
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la transenna di cui abbiamo già riconosciuto le tracce accanto al pulpito: infatti le formelle
di questo fonte sono evidentemente riadattate e malamente connesse, la cornice di corona-
mento spezzata e girata ad ottagono mentre prima era rettilinea, le cornici inferiori affondate
in un rozzo gradino; inoltre teste, sagome, ornati, materiale, sono in così perfetta analogia
col pulpito che non si può dubitare riguardo al primitivo uso delle formelle stesse, avendo
così una prova di più della grande somiglianza struttiva degli amboni e delle transenne
nelle due chiese del contado lucchese.
Nè le analogie si fermano all’esame dell’ambone e della transenna ma anche a quello
dei leoni che reggono il pulpito le cui criniere sono eseguite nel modo consueto dei fori di
trapano e delle righe parallele, sebbene le forme sieno a Brancoli molto più stirate ed esili
che quelle di Barga.
Analogie tutte queste che si ritrovano nell’architrave della chiesa di San Giusto a Lucca
ib P 4 ^
Pisa. Battistero. Due formelle del lolite.
che sembra uno ripetizione in dimensioni molto maggiori della trabeazione del pulpito di
Brancoli, il quale presenta anche nella cornice di coronamento una. notevole somiglianza
con quella che sovrasta il fregio dell’architrave di San Giusto.
Rag'gruppate cosi queste opere di scultura,1 noi le possiamo assegnare — ripetiamo —
1 Abbiamo inteso di nominare qui — per amore di
brevità — soltanto le opere più significative, poiché
facilmente ad esse si potranno avvicinare per somi-
glianza di caratteri altre, e molte, opere minori. Una
di queste è certamente il pergamo esistente tuttora
nella chiesa di San Giovanni Evangelista in Santa
Maria a Monte (non molto lontano da Pontedera).
Esso ha grandi analogie di forma col pulpito di Bran-
coli, poggiato com’è su due colonnette rette da leoni
con grifi e decorato da arcatelle cieche poggianti su
mezze colonne con capitelli: qui però gli archi so-
migliano assai più a quelli dell’ambone di Barga a
sesto leggermente acuto e non si ha nessuna figura
umana per adornamento : solo appaiono in una delle
arcatelle due grifi affrontati molto simili a quelli della
formella ora esistente nella pinacoteca lucchese, e
sulla trabeazione, molto meno adorna che quella di
Brancoli, sono intarsiati rosoni e figure d’animali che
ricordano perfettamente per disegno ed esecuzione i
motivi intarsiati sulle facciate delle chiese lucchesi,
segnatamente San Martino e San Michele. (V. un di-
segno di questo pulpito in Burlington Magazine (no-
vembre 1909), Some square Anibones in Northern Italy
by J. Tavenor Perry).
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la transenna di cui abbiamo già riconosciuto le tracce accanto al pulpito: infatti le formelle
di questo fonte sono evidentemente riadattate e malamente connesse, la cornice di corona-
mento spezzata e girata ad ottagono mentre prima era rettilinea, le cornici inferiori affondate
in un rozzo gradino; inoltre teste, sagome, ornati, materiale, sono in così perfetta analogia
col pulpito che non si può dubitare riguardo al primitivo uso delle formelle stesse, avendo
così una prova di più della grande somiglianza struttiva degli amboni e delle transenne
nelle due chiese del contado lucchese.
Nè le analogie si fermano all’esame dell’ambone e della transenna ma anche a quello
dei leoni che reggono il pulpito le cui criniere sono eseguite nel modo consueto dei fori di
trapano e delle righe parallele, sebbene le forme sieno a Brancoli molto più stirate ed esili
che quelle di Barga.
Analogie tutte queste che si ritrovano nell’architrave della chiesa di San Giusto a Lucca
ib P 4 ^
Pisa. Battistero. Due formelle del lolite.
che sembra uno ripetizione in dimensioni molto maggiori della trabeazione del pulpito di
Brancoli, il quale presenta anche nella cornice di coronamento una. notevole somiglianza
con quella che sovrasta il fregio dell’architrave di San Giusto.
Rag'gruppate cosi queste opere di scultura,1 noi le possiamo assegnare — ripetiamo —
1 Abbiamo inteso di nominare qui — per amore di
brevità — soltanto le opere più significative, poiché
facilmente ad esse si potranno avvicinare per somi-
glianza di caratteri altre, e molte, opere minori. Una
di queste è certamente il pergamo esistente tuttora
nella chiesa di San Giovanni Evangelista in Santa
Maria a Monte (non molto lontano da Pontedera).
Esso ha grandi analogie di forma col pulpito di Bran-
coli, poggiato com’è su due colonnette rette da leoni
con grifi e decorato da arcatelle cieche poggianti su
mezze colonne con capitelli: qui però gli archi so-
migliano assai più a quelli dell’ambone di Barga a
sesto leggermente acuto e non si ha nessuna figura
umana per adornamento : solo appaiono in una delle
arcatelle due grifi affrontati molto simili a quelli della
formella ora esistente nella pinacoteca lucchese, e
sulla trabeazione, molto meno adorna che quella di
Brancoli, sono intarsiati rosoni e figure d’animali che
ricordano perfettamente per disegno ed esecuzione i
motivi intarsiati sulle facciate delle chiese lucchesi,
segnatamente San Martino e San Michele. (V. un di-
segno di questo pulpito in Burlington Magazine (no-
vembre 1909), Some square Anibones in Northern Italy
by J. Tavenor Perry).