MARMORARI ROMANICI IN TOSCANA
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Queste ultime, ora depositate nella cappella del Capitolo, furon trovate capovolte nel
pavimento della cattedrale pistoiese quando nel 1838 lo si disfece per ripararlo. Esse si
distinguono dalle altre per le dimensioni molto maggiori e per una insolita ricchezza di intarsi
a tralci di fiori ed a foglie d’acanto con motivi che poi Guido da Como ripeterà a Pisa. In
tre di esse è conservato l’intaglio e la tarsia di marmo verde di Prato ; nella quarta, molto
corrosa e sciupata, ve ne sono tracce, ed appaiono in tutte, ai capi dei due diametri prin-
cipali del rosone, le solite teste dei simboli evangelici che vedremo poi più volte ripetute.
A queste formelle se ne aggiungono due esistenti nella stessa cappella ed aventi la stessa
dimensione delle altre (cm. 83 X 83) ma una diversa disposizione interna: ognuna cioè è
Siena. Museo dell’Opera. Formella già della transenna del Duomo.
divisa in quattro quadrati da una croce in modo che in ciascun quadrato è compresa una
piccola formella con rosone del tipo di quelle precedenti più grandi.1
La loro provenienza, il carattere e le dimensioni loro, certo non adatte ad una piccola
chiesa, basterebbero a provare che queste formelle facevan parte della transenna della cat-
tedrale di San Iacopo, se il confronto- con quelle del Battistero, anch’esse provenienti dalla
cattedrale, non lo provasse.
1 Sul parapetto del Chiostro, in faccia alla porta
della Cappella del C ipitolo, sono alcuni pezzi di cor-
nice che cinsero formelle e che fino a pochi anni fa
fecer parte degli scalini esterni di San Giovanni fuor-
civitas. Essi hanno cornici assai rozze, simili a quelle
delle formelle già notate e sono evidentemente avanzi
della chiusura del presbiterio di San Giovanni là dove
ora in un provvido e ben condotto restauro sono imi-
tate in pittura.
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Queste ultime, ora depositate nella cappella del Capitolo, furon trovate capovolte nel
pavimento della cattedrale pistoiese quando nel 1838 lo si disfece per ripararlo. Esse si
distinguono dalle altre per le dimensioni molto maggiori e per una insolita ricchezza di intarsi
a tralci di fiori ed a foglie d’acanto con motivi che poi Guido da Como ripeterà a Pisa. In
tre di esse è conservato l’intaglio e la tarsia di marmo verde di Prato ; nella quarta, molto
corrosa e sciupata, ve ne sono tracce, ed appaiono in tutte, ai capi dei due diametri prin-
cipali del rosone, le solite teste dei simboli evangelici che vedremo poi più volte ripetute.
A queste formelle se ne aggiungono due esistenti nella stessa cappella ed aventi la stessa
dimensione delle altre (cm. 83 X 83) ma una diversa disposizione interna: ognuna cioè è
Siena. Museo dell’Opera. Formella già della transenna del Duomo.
divisa in quattro quadrati da una croce in modo che in ciascun quadrato è compresa una
piccola formella con rosone del tipo di quelle precedenti più grandi.1
La loro provenienza, il carattere e le dimensioni loro, certo non adatte ad una piccola
chiesa, basterebbero a provare che queste formelle facevan parte della transenna della cat-
tedrale di San Iacopo, se il confronto- con quelle del Battistero, anch’esse provenienti dalla
cattedrale, non lo provasse.
1 Sul parapetto del Chiostro, in faccia alla porta
della Cappella del C ipitolo, sono alcuni pezzi di cor-
nice che cinsero formelle e che fino a pochi anni fa
fecer parte degli scalini esterni di San Giovanni fuor-
civitas. Essi hanno cornici assai rozze, simili a quelle
delle formelle già notate e sono evidentemente avanzi
della chiusura del presbiterio di San Giovanni là dove
ora in un provvido e ben condotto restauro sono imi-
tate in pittura.