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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 12.1909

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Fasc. 6
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Papini, Roberto: Marmorari Romanici in Toscana
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https://doi.org/10.11588/diglit.24137#0484

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MARMORARI ROMANICI IN TOSCANA

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intagliate con i tralci che abbiamo riscontrato così caratteristici nell’architrave di San Pier
Maggiore ; e di più, come nelle formelle della transenna del Duomo di Barga, spuntano fra
il fogliame delle cornici teste di uomini e di animali le cui ciocche di capelli o di peli sono
limitate da quella caratteristica fila di bucherelli a trapano che abbiamo visto già nelle opere
degli scultori compagni di Guidetto. Però qui le forme appaiono meglio e con più cura mo-
dellate: le teste non hanno la rozzezza di quelle di Sant’Andrea a Pistoia, nè la stilizzazione
di quelle di Barga, ma sembrano esser piuttosto accarezzate dallo scalpello ; gli occhi non
sono così sgranati, le labbra così tumide come nelle opere già descritte: si conosce qui l’opera
di un maestro più raffinato e migliore.

Opera che si delinea meglio nel pulpito di San Bartolommeo in Pantano a Pistoia, ese-
guito quattro anni dopo il fonte battesimale di Pisa ed ora malamente ricomposto ed addos-
sato alla parete destra della, chiesa medesima insieme con due formelle che facevan parte
della transenna presbiteriale. Queste formelle però non sembrano esser di mano di Guido
da Como ma piuttosto dei suoi aiuti, poiché e per il marmo grigiastro in cui son lavorate

Siena. Museo dell’Opera. Formelle di transenna.

e per la minor finezza degli intagli, appaiono assai più rozze c meno accurate di quelle che
abbiamo visto scolpite da Guido stesso.

Abbiamo già notato come, per alcune particolarità, l’arte di Guido da Como si con-
gdunga specialmente con quella dello scultore di Barga. Vedremo ora come in questo pulpito
di San Bartolommeo altre e più notevoli somiglianze sieno da notarsi senza difficoltà. Se si
confronta infatti la scena dell’adorazione dei Magi, principale nell’ambone di Barga, con la
stessa scena effigiata nel pulpito pistoiese si troveranno subito analogie di concezione e di
fattura. I re Magi caracollanti sui piccoli cavalli tozzi e grossi, il re barbato che s’inginocchia
dinanzi alla Vergine offrendo il suo dono d’arómati, la Vergine stessa con la caratteristica
acconciatura del velo, il fanciullo benedicente col rotulo nella destra e con la piega della
veste cadente fra le gambe aperte : non sono queste somiglianze nè occasionali nè solamente
iconografiche, sono vere analogie di forma e di stile. Pure quanto l’arte di Guido da Como
è più gentile, la modellazione più corretta, lo studio delle teste e dei panni condotto con
cura maggiore che nel pulpito di Barga! Guido dà Como — bene ha osservato il Venturi -
non sa ancora liberarsi da un certo impaccio, da una certa immobile fissità delle sue fig'ure
allineate talora come soldati alla parata, ma ha migliorato, raffinato e reso più corrette le
forme dello scultore di Barga che fu forse suo maestro e che forse egli seguì, dopo aver
operato a Pistoia, insieme coi marmorari chiamati a decorare la facciata della cattedrale
lucchese.

L'Arte. XII, q6.
 
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