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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 12.1909

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Fasc. 6
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24137#0486

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MISCELLANEA

Il ritratto di Velazquez dai due milioni. (*) —

Come vediamo sfrondarsi gli alberi col sopraggiun-
gere dell’inverno inesorabile, cosi noi assistiamo da
qualche tempo in qua alle vicende per cui si verifica
che il grande albero dell’arte della nostra vecchia
Europa, ricco di rami rigogliosi e di deliziosi frutti,
vada spogliandosi man mano, preso d’assalto dalle
forze irresistibili della plutocrazia sorta nel così detto
mondo civile, massime del continente nuovo.

Di uno di questi frutti memorabili vogliamo occu-
parci oggi, il quale ha lasciato ormai il mondo antico
per andare a nobilitare la casa di un Creso d’Oltre-
oceano. Intendesi parlare del ritratto del Duca d’Oli-
vares, il potente ministro di Filippo IV di Spagna,
dipinto da Diego Velazquez (Tavola fuori testo), ri-
tratto che dal palazzo chiamato Dorchester House a
Londra, di proprietà del colonnello Holford, è pas-
sato testé in possesso del signor Huntington di Nuova
York, per mezzo dei noti negozianti, fratelli Duveen,
al prezzo di 80,000 sterline a quanto ci viene confer-
mato pari a più di due milioni di franchi. Prezzo stu-
pefacente invero e che dimostra quanto valore ab-
biano acquistato oggidì i capolavori tanto più in questo
caso quando si ponga mente al fatto constatato, che
appena mezzo secolo fa lo stesso dipinto fu venduto
a prezzi infinitamente inferiori, cioè nel 1858 all’asta
della collezione Hugh Baillie per meno di 600 ster-
line, a quella di C. Scarisbricks nel 186r per sole 2 62.

Un tanto divario fra l’apprezzamento d’altri tempi
e d’ora è dovuto certamente in buona parte alle illu-
minate istruzioni che si sono diffuse mercè recenti
studi e pubblicazioni, fra le quali occupano il posto
d’onore quelle fatte da colui dal quale abbiamo at-
tinto appunto i dati accennati intorno alle vendite di
mezzo secolo fa, cioè da quell’erudito e profondo
uomo ch’è il prof. Carlo Justi di Bonn, tanto fami-
gliare coll’arte e coi monumenti della Spagna. E in-
vero è da lui stesso che noi apprendiamo, che il ri-
tratto in argomento, da poi che appartiene alla sua
prima maniera, usata nella sua città natale di Siviglia,

(*) La fotografia ci è stata fornita dai signori « Duveen Bro-
thers », che hanno dato gentilmente ii permesso di riproduzione.

maniera male conosciuta fin qui, era tenuto per lo
passato fra le cose dubbie, rispetto al suo vero
autore. Rivendicato degnamente da parecchi anni al
sommo pittore spaglinolo nell’opera monumentale de-
dicata alla sua memoria dallo storiografo sullodato,
si vede ora, come la sua fama abbia tentato il ricco
Americano a farlo suo ad ogni costo, l’Inglese in-
vece ad aderire alla cessione, in considerazione di
una somma di compenso così bene arrotondata.

Giustamente del resto osserva il biografo, che Ve-
lazquez nella repubblica degli artisti ed amatori non
riesci a raggiungere la sua nota e bene definita rino-
manza se non dal secolo passato in qua, principal-
mente in grazia di due avvenimenti. Il primo consiste
nella decisione presa dal re Ferdinando VII di riu-
nire in un museo (nel 1819) le opere dell’autore fino
allora sparse nei palazzi reali di Madrid e di San 11-
defonso, dove erano difficilmente accessibili, il secondo
risulterebbe dalla dispersione, a tempo delle guerre,
di una parte de’ suoi dipinti nella Francia e nell’In-
ghilterra. Non data se non da quel tempo, soggiunge,
l’attenzione rivolta a quanto già prima si trovava
fuori della sua patria, da che parecchi quadri in Francia
e in Italia, nei castelli della casa imperiale d’Austria,
nella galleria di Dresda, e così via non erano visibili
per lo passato o passavano sotto false attribuzioni,
fra tutti facendo spiccata eccezione il rinomato ritratto
di papa Panifili, sempre riconosciuto per opera del
grande Sivigliano, del quale d’altronde porta segnato
il nome.

Da quel tempo in poi la fama di Velazquez si è
estesa per ogni dove ; nel dominio artistico di Parigi
e di Londra e di altri centri di civiltà egli è diven-
tato un personaggio bene conosciuto ed altamente
ricercato, da studiarsi dagli artisti del pari che da
attirare non meno i compratori che i ricercatori di
documenti.

* * *

Venendo ora al soggetto del ritratto accennato, si
vorrebbe rimandare il lettore innanzi tutto a quanto
seppe esporre intorno all’Olivares, al suo carattere,
alla sua posizione influente presso Filippo IV il prò-
 
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