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MISCELLANEA
fessor Justi nella sua opera in due volumi; consacrata
al Velazquez e all’ambiente nel quale egli visse, e
dedicata al defunto imperatore Federico III. 1
Don Gaspare Guzman, conte di Olivares, nato a
Roma nel 1587, finiti i suoi studi a Salamanca e am-
mogliatosi a vent’anni, andò a stabilirsi a Siviglia,
Velasquez (?), Altro ritratto del Conte Duca.
Madrid, presso il duca di Villahermosa.
per attendervi a’suoi beni. Nel 1615 tuttavia si trasferì
a Madrid e introdotto alla corte, non tardò ad en-
trare nelle grazie del giovane re Filippo IV. Stabili-
tosi alla sua volta nella capitale il Velazquez, più
giovane di 12 anni dell’Olivares, entrò in servizio
della corte reale nel 1623 e vi godette per ben 22 anni
1 Diego Velazquez und seni lahrhundert von Cari justi. Bonn,
Verlag von Max Cohen n. Sohn, x88§,
della protezione di colui che divenne in breve tempo
l’arbitro della situazione nelle sfere governative. Si
comprende quindi ch’egli abbia avuto a ritrarne le
sembianze più volte, come pure che queste siano state
disperse in seguito alla caduta del ministro. Consta
infatti che all'estero si trovano oggidì in buon numero
i ritratti suoi, parte originali di Don Diego, parte
lavori del suo studio o copie del tempo.
Ed ora non sapremmo fare di meglio che riferire
testualmente le considerazioni colle quali il nostro
storiografo descrive partitamente, de visu, il magni-
fico ritratto, che si porge qui riprodotto da una grande
fotografia, fornitaci dalla stessa casa venditrice, dai
signori fratelli Duveen di Londra.
« 11 ritratto di Dorchester House, proveniente a
quanto si deve arguire dalla raccolta di casa Altamira
che ereditò il titolo ducale di San Lucar, ce lo rap-
presenta nel corso ascendente verso la sua potenza.
È il ritratto più importante dello stile primitivo, re-
cato da Siviglia e poiché questo male si conosce, era
stato ritenuto per dubbioso. I tratti peculiari alla fi-
gura e alla testa, rilevati con acume e con finezza,
l’esattezza concili è reso l’insieme dell’atteggiamento,
del costume e delle insegne, elaborate di comune ac-
cordo fra il ministro e il pittore, fanno sì che la fi-
gura ci si presenti come un compendio della sua bio-
grafia.
Sopra un fondo grigio chiaro se ne sta ritto in
piedi l’uomo imponente, girato di terza dal lato sini-
stro, tutto in nero, lo sguardo penetrante rivolto allo
spettatore. La fronte elevata, colle sue prominenze
accentuate, già è contornata dalla parrucca. Naso
curvato all 'ingiù, labbro superiore sottile, alquanto
contratto, mento sporgente (in conformità all’occipite
sensibilmente rialzato), barba breve, a taglio squa-
drato. L’espressione è seria in accordo col lungo ed
ampio manto, si direbbe quasi un po’ stanca. Il manto
stesso scende, sciolto, in modo elegante dalla spalla
sinistra, lasciando quasi interamente libera la figura.
La mano destra, robusta, sta appoggiata sul tavolo,
coperto di tappeto di velluto rosso ; tiene un frustino
ritto in direzione verticale, l’emblema della sua di-
gnità di caballerìzo mayor, ossia di capo scudiere.
Questa carica di corte che ivi procurava la massima
influenza, tenuta già da Ruy Gomez e da Lerma, era
la vera chiave pel dominio e per la sorveglianza del
monarca. Ben conscio di questo suo atteggiamento,
lo è pure nello sguardo, il quale sembra dire: 'Lodo
t’s mio . 1 La sinistra, larga e pesante, s’appoggia
sull’elsa della spada, coperta dal manto. Invisibile la
spada stessa, se ne scorge la linea di sotto il manto,
1 Queste parole alludono ad un precedente verificatosi sul prin-
cipio della sua carriera, quando, succeduto nel regno a Filippo III
il giovanissimo Filippo IV, l’Olivares, sentendosi sicuro del suo
ascendente,, avrebbe detto al suo predecessore Uceda : A està bora
lodo es mio. — Todo ? — Todo sin /aitar nada.
MISCELLANEA
fessor Justi nella sua opera in due volumi; consacrata
al Velazquez e all’ambiente nel quale egli visse, e
dedicata al defunto imperatore Federico III. 1
Don Gaspare Guzman, conte di Olivares, nato a
Roma nel 1587, finiti i suoi studi a Salamanca e am-
mogliatosi a vent’anni, andò a stabilirsi a Siviglia,
Velasquez (?), Altro ritratto del Conte Duca.
Madrid, presso il duca di Villahermosa.
per attendervi a’suoi beni. Nel 1615 tuttavia si trasferì
a Madrid e introdotto alla corte, non tardò ad en-
trare nelle grazie del giovane re Filippo IV. Stabili-
tosi alla sua volta nella capitale il Velazquez, più
giovane di 12 anni dell’Olivares, entrò in servizio
della corte reale nel 1623 e vi godette per ben 22 anni
1 Diego Velazquez und seni lahrhundert von Cari justi. Bonn,
Verlag von Max Cohen n. Sohn, x88§,
della protezione di colui che divenne in breve tempo
l’arbitro della situazione nelle sfere governative. Si
comprende quindi ch’egli abbia avuto a ritrarne le
sembianze più volte, come pure che queste siano state
disperse in seguito alla caduta del ministro. Consta
infatti che all'estero si trovano oggidì in buon numero
i ritratti suoi, parte originali di Don Diego, parte
lavori del suo studio o copie del tempo.
Ed ora non sapremmo fare di meglio che riferire
testualmente le considerazioni colle quali il nostro
storiografo descrive partitamente, de visu, il magni-
fico ritratto, che si porge qui riprodotto da una grande
fotografia, fornitaci dalla stessa casa venditrice, dai
signori fratelli Duveen di Londra.
« 11 ritratto di Dorchester House, proveniente a
quanto si deve arguire dalla raccolta di casa Altamira
che ereditò il titolo ducale di San Lucar, ce lo rap-
presenta nel corso ascendente verso la sua potenza.
È il ritratto più importante dello stile primitivo, re-
cato da Siviglia e poiché questo male si conosce, era
stato ritenuto per dubbioso. I tratti peculiari alla fi-
gura e alla testa, rilevati con acume e con finezza,
l’esattezza concili è reso l’insieme dell’atteggiamento,
del costume e delle insegne, elaborate di comune ac-
cordo fra il ministro e il pittore, fanno sì che la fi-
gura ci si presenti come un compendio della sua bio-
grafia.
Sopra un fondo grigio chiaro se ne sta ritto in
piedi l’uomo imponente, girato di terza dal lato sini-
stro, tutto in nero, lo sguardo penetrante rivolto allo
spettatore. La fronte elevata, colle sue prominenze
accentuate, già è contornata dalla parrucca. Naso
curvato all 'ingiù, labbro superiore sottile, alquanto
contratto, mento sporgente (in conformità all’occipite
sensibilmente rialzato), barba breve, a taglio squa-
drato. L’espressione è seria in accordo col lungo ed
ampio manto, si direbbe quasi un po’ stanca. Il manto
stesso scende, sciolto, in modo elegante dalla spalla
sinistra, lasciando quasi interamente libera la figura.
La mano destra, robusta, sta appoggiata sul tavolo,
coperto di tappeto di velluto rosso ; tiene un frustino
ritto in direzione verticale, l’emblema della sua di-
gnità di caballerìzo mayor, ossia di capo scudiere.
Questa carica di corte che ivi procurava la massima
influenza, tenuta già da Ruy Gomez e da Lerma, era
la vera chiave pel dominio e per la sorveglianza del
monarca. Ben conscio di questo suo atteggiamento,
lo è pure nello sguardo, il quale sembra dire: 'Lodo
t’s mio . 1 La sinistra, larga e pesante, s’appoggia
sull’elsa della spada, coperta dal manto. Invisibile la
spada stessa, se ne scorge la linea di sotto il manto,
1 Queste parole alludono ad un precedente verificatosi sul prin-
cipio della sua carriera, quando, succeduto nel regno a Filippo III
il giovanissimo Filippo IV, l’Olivares, sentendosi sicuro del suo
ascendente,, avrebbe detto al suo predecessore Uceda : A està bora
lodo es mio. — Todo ? — Todo sin /aitar nada.