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CORRIERI
nimbo, a destra San Girolamo e Sant’Anna pure senza
nimbo. Fra questi due gruppi scorgiamo uno sfondo
di paesaggio di rupi, castelli e ponti e sul dinanzi un
ragazzino riccamente vestito ed inginocchiato. Nel
lembo inferiore della tavola corre l’epigrafe: JUNI-
2. - San Paolo, statua in legno.
Valtellina, Chiesa parrocchiale di Teglio.
PERA SFORTIA PATRIA A MARITO RECEPTA
EX VOTO P. MCCCCCXIII.
Trattasi pertanto della pala fatta eseguire da Ginevra
Tiepolo gentildonna veneziana vedova di Giovanni
Sforza, signore di Pesaro, sciogliendo il voto fatto pro-
babilmente nel 1503, quando essa aveva sposato in
Venezia Giovanni, che vi era riparato profugo, spo-
gliato di Pesaro da Valentino Borgia. Lo Sforza aveva
ricuperato Pesaro nello stesso anno, ed era poi morto
nel 1510 a Gradara nel Pesarese e due anni dopo
nel 1512 era morto il loro bambino Galeazzo II. Sol-
tanto nel successivo anno 1513 Ginevra Tiepolo — forse
al momento di ritirarsi nel monastero di S. Pier di Luco
nel territorio fiorentino donde poi passò a quello di
San Niccolò nell’isola di Murano —, sciolse quel voto
facendo eseguire dal Girolamo Cotignola questa pala
che venne collocata nella chiesa dei Servi in Pesaro,
chiesa dedicata a Santa Maria delle Grazie.
Il Bambino o ragazzetto in ricchi abiti, che è in-
ginocchiato tra i due gruppi di Sante e Santi, è quindi
il piccolo Galeazzo II e nella Sant’Anna la tradizione
ci dice che abbiamo i lineamenti di Ginevra stessa che
era della nobile famiglia dei Tiepolo e che in occa-
sione delle nozze la Serenissima aveva dichiarata
«figlia della repubblica veneta».
Sotto alla figura di Santa Caterina il nostro artista
appose la propria segnatura JERONIMVS COTTI-
GNOL. Il colorito è di intonazione calda; nel disegno,
oltre lo stile dello Zaganelli, maestro del Cotignola e
quello del Francia, ravvisasi una forte reminiscenza di
Lorenzo Costa, massime nell’ovale delle teste.
Come mai una così gran pala abbia potuto emigrare
da Pesaro a Londra in un’epoca assai recente per ora
non è dato di sapere. La prima menzione della sua
presenza in Inghilterra nella raccolta Ashburton è fatta
da Crovve e Cavalcasene nel I vo'ume (pag. 602) della
Ili-story of Painting in North Italy, apparsa nel 187 r.
Alla dispersione di quella collezione il quadro era pas-
sato in mano di un antiquario, ove lo vide lo studioso
e critico d’arte R. Langton Donglas, che lo segnalò
al dott. Modigliani, il quale, ravvisatane l’importanza
artistica e storica, non esitò a proporne l’acquisto per
Brera alla nostra Direzione generale delle Antichità e
Belle Arti. Nella monografia su Pesaro della serie
«L’Italia artistica» delle Arti grafiche di Bergamo,
apparsa in questo frattempo, l’autore, Giulio Vaccai,
ne lamenta ancora la scomparsa.
Una gran tela di Carlo Dolci, rappresentante Davide
colla testa di Golia, è pur stata acquistata di recente
dal dott. Modigliani. Il giovane David appai e in due
terzi di figura, ritratto da una graziosa giovane donna,
che, nella carnagione già accenna a volgere al gras-
soccio. Sulla folta e corta capigliatura ricciuta ed ina-
nellata, porta un berretto nero e rosso; indossa una
giubba di color bruno rossastro con larga fascia bianca
attorno al corpo e bisaccia a tracolla. Colla destra
porta lo spadone e colla sinistra regge la testa colos-
sale di Golia, che ricorda il fare del Guercino. Tutta
la figura spicca sopra un bel cielo azzurro. In basso,
nel mezzo leggesi la firma « Carolus Dolcius fior pinxit
1670». In mezzo alle numerose Madonne del Dolci,
questa graziosa figura d Davide è una novità. La mo-
dellazione è delicata e fina come al solito nelle opere
di lui, le mani piccole e tondeggianti sono bellissime.
In meno di un anno, dacché è venuto a reggere la
Pinacoteca di Brera, il dott. Modigliani ha saputo fare
altri acquisti ancora :
CORRIERI
nimbo, a destra San Girolamo e Sant’Anna pure senza
nimbo. Fra questi due gruppi scorgiamo uno sfondo
di paesaggio di rupi, castelli e ponti e sul dinanzi un
ragazzino riccamente vestito ed inginocchiato. Nel
lembo inferiore della tavola corre l’epigrafe: JUNI-
2. - San Paolo, statua in legno.
Valtellina, Chiesa parrocchiale di Teglio.
PERA SFORTIA PATRIA A MARITO RECEPTA
EX VOTO P. MCCCCCXIII.
Trattasi pertanto della pala fatta eseguire da Ginevra
Tiepolo gentildonna veneziana vedova di Giovanni
Sforza, signore di Pesaro, sciogliendo il voto fatto pro-
babilmente nel 1503, quando essa aveva sposato in
Venezia Giovanni, che vi era riparato profugo, spo-
gliato di Pesaro da Valentino Borgia. Lo Sforza aveva
ricuperato Pesaro nello stesso anno, ed era poi morto
nel 1510 a Gradara nel Pesarese e due anni dopo
nel 1512 era morto il loro bambino Galeazzo II. Sol-
tanto nel successivo anno 1513 Ginevra Tiepolo — forse
al momento di ritirarsi nel monastero di S. Pier di Luco
nel territorio fiorentino donde poi passò a quello di
San Niccolò nell’isola di Murano —, sciolse quel voto
facendo eseguire dal Girolamo Cotignola questa pala
che venne collocata nella chiesa dei Servi in Pesaro,
chiesa dedicata a Santa Maria delle Grazie.
Il Bambino o ragazzetto in ricchi abiti, che è in-
ginocchiato tra i due gruppi di Sante e Santi, è quindi
il piccolo Galeazzo II e nella Sant’Anna la tradizione
ci dice che abbiamo i lineamenti di Ginevra stessa che
era della nobile famiglia dei Tiepolo e che in occa-
sione delle nozze la Serenissima aveva dichiarata
«figlia della repubblica veneta».
Sotto alla figura di Santa Caterina il nostro artista
appose la propria segnatura JERONIMVS COTTI-
GNOL. Il colorito è di intonazione calda; nel disegno,
oltre lo stile dello Zaganelli, maestro del Cotignola e
quello del Francia, ravvisasi una forte reminiscenza di
Lorenzo Costa, massime nell’ovale delle teste.
Come mai una così gran pala abbia potuto emigrare
da Pesaro a Londra in un’epoca assai recente per ora
non è dato di sapere. La prima menzione della sua
presenza in Inghilterra nella raccolta Ashburton è fatta
da Crovve e Cavalcasene nel I vo'ume (pag. 602) della
Ili-story of Painting in North Italy, apparsa nel 187 r.
Alla dispersione di quella collezione il quadro era pas-
sato in mano di un antiquario, ove lo vide lo studioso
e critico d’arte R. Langton Donglas, che lo segnalò
al dott. Modigliani, il quale, ravvisatane l’importanza
artistica e storica, non esitò a proporne l’acquisto per
Brera alla nostra Direzione generale delle Antichità e
Belle Arti. Nella monografia su Pesaro della serie
«L’Italia artistica» delle Arti grafiche di Bergamo,
apparsa in questo frattempo, l’autore, Giulio Vaccai,
ne lamenta ancora la scomparsa.
Una gran tela di Carlo Dolci, rappresentante Davide
colla testa di Golia, è pur stata acquistata di recente
dal dott. Modigliani. Il giovane David appai e in due
terzi di figura, ritratto da una graziosa giovane donna,
che, nella carnagione già accenna a volgere al gras-
soccio. Sulla folta e corta capigliatura ricciuta ed ina-
nellata, porta un berretto nero e rosso; indossa una
giubba di color bruno rossastro con larga fascia bianca
attorno al corpo e bisaccia a tracolla. Colla destra
porta lo spadone e colla sinistra regge la testa colos-
sale di Golia, che ricorda il fare del Guercino. Tutta
la figura spicca sopra un bel cielo azzurro. In basso,
nel mezzo leggesi la firma « Carolus Dolcius fior pinxit
1670». In mezzo alle numerose Madonne del Dolci,
questa graziosa figura d Davide è una novità. La mo-
dellazione è delicata e fina come al solito nelle opere
di lui, le mani piccole e tondeggianti sono bellissime.
In meno di un anno, dacché è venuto a reggere la
Pinacoteca di Brera, il dott. Modigliani ha saputo fare
altri acquisti ancora :