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S. Giovanni, Manuel di: Antichità della Valle di Maira
DOI Seite / Zitierlink: https://doi.org/10.11588/diglit.11247#0351
33°
piamo da carta del 1374 che già trovavasi allora rovinata, mi
venne in pensiero che potessero ancora fra le sue ruine
nascondersi reliquie della remota età, in cui aveva dessa
sussistito.
Con tale intendimento nel mese di settembre del 1877
feci porre mano a sbarazzare dalle ruine quello che rima-
neva del muro della cappella cominciando dall'abside che
ne era la parte più intatta. Era quel muro costrutto in rozza
muratura di ciottoli e pietre informi, quali colà si usano e
si trovano usate anche nelle fabbriche più antiche. Osservai
però che vi erano anche frammiste pietre da taglio, le quali
avevano probabilmente appartenuto a qualche edilìzio più
antico e di maggiore considerazione ; e di tali pietre era
specialmente formata la piccola lesena che a poca distanza
dal centro dell' abside s'innalzava dallo zoccolo fin sotto al
tetto della cappella ed è indicata nella pianta colla lettera e
(Tav. XX n. 4). Scavando intorno al detto muro dalla parte
esterna si rinvennero ossa di cadaveri seppelliti quivi alla
rinfusa e senza alcun ordine o distintivo di sorta, onde
appare che era quello il cimitero comune degli abitanti della
parocchia. Ma dalla parte interna tutto lungo la parete del-
l'abside si scoperse una fila di sepolcri murati contenenti
ancora scheletri di cui alcuni ben conservati, e formatane
la muratura delle stesse pietre del muro della cappella, ma
in parte anche di embrici o di pezzi di embrici simili a
quelli delle tombe summenzionate.
Dall'abside avanzando verso l'interno della nave s'in-
contrò alla distanza di circa un metro e mezzo dal muro
perimetrale un gran masso di pietra di forma quasi quadran-
golare con ai due lati due altri grandi massi più informi,
e doveva essere quello il luogo dell'altare antico, di cui si
trovò ancora qualche pezzo della pietra sacra in marmo.
Più sul davanti apparve il basamento di un pilastro qua-
piamo da carta del 1374 che già trovavasi allora rovinata, mi
venne in pensiero che potessero ancora fra le sue ruine
nascondersi reliquie della remota età, in cui aveva dessa
sussistito.
Con tale intendimento nel mese di settembre del 1877
feci porre mano a sbarazzare dalle ruine quello che rima-
neva del muro della cappella cominciando dall'abside che
ne era la parte più intatta. Era quel muro costrutto in rozza
muratura di ciottoli e pietre informi, quali colà si usano e
si trovano usate anche nelle fabbriche più antiche. Osservai
però che vi erano anche frammiste pietre da taglio, le quali
avevano probabilmente appartenuto a qualche edilìzio più
antico e di maggiore considerazione ; e di tali pietre era
specialmente formata la piccola lesena che a poca distanza
dal centro dell' abside s'innalzava dallo zoccolo fin sotto al
tetto della cappella ed è indicata nella pianta colla lettera e
(Tav. XX n. 4). Scavando intorno al detto muro dalla parte
esterna si rinvennero ossa di cadaveri seppelliti quivi alla
rinfusa e senza alcun ordine o distintivo di sorta, onde
appare che era quello il cimitero comune degli abitanti della
parocchia. Ma dalla parte interna tutto lungo la parete del-
l'abside si scoperse una fila di sepolcri murati contenenti
ancora scheletri di cui alcuni ben conservati, e formatane
la muratura delle stesse pietre del muro della cappella, ma
in parte anche di embrici o di pezzi di embrici simili a
quelli delle tombe summenzionate.
Dall'abside avanzando verso l'interno della nave s'in-
contrò alla distanza di circa un metro e mezzo dal muro
perimetrale un gran masso di pietra di forma quasi quadran-
golare con ai due lati due altri grandi massi più informi,
e doveva essere quello il luogo dell'altare antico, di cui si
trovò ancora qualche pezzo della pietra sacra in marmo.
Più sul davanti apparve il basamento di un pilastro qua-