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158

BULLETTINO

non solo ha qualche merito d'arte, ma ci rappresenta i noti
caratteri dei due volti apostolici con espressione libera e franca
da servile e materiale obbedienza a tipi inanimati e conven-
zionali.

Molto lieto è il Salazaro della scoperta da lui fatta d'un
ignotissimo ipogeo alla Badia presso Amalfi; e delle pitture
quivi condotto sulle pareti, delle quali un saggio è delineato
nell'ultima delle tavole ora venute in luce. Ma poiché si tratta
di affreschi del secolo settimo, ne io mi sono accinto a dar
conto minuto d'ognuno dei monumenti delineati nelle tavole
dell'opera insigne, non procederò più oltre nell' intrapreso rag-
guaglio. Il benemerito autore ci dimostra e dimostrerà l'arte
cristiana sempre viva, sempre attiva nell' Italia meridionale iu
tutto il lungo periodo dei secoli, che corselo dal quarto al
decimoterzo; dalla decadenza dell'impero romano al rifiorire
della pittura pel pennello del Cimabue e del Giotto. Questo periodo
della storia artistica è tanto oscuro, che siamo appena usciti
dall'errore lungamente prevalso, l'arte, massime pittorica, essere
stata fra noi quasi morta innanzi che la scuola toscana la ri-
chiamasse dal sepolcro alla vita. Le scoperte avvenute nel-
l'antica basilica di s. Clemente in Eoma ci hanno restituito
una serie di importanti dipinti, che ci insegnano quale fu la
romana pittura dei predecessori del Cimabue e del Giotto. Assai
più ricca, svariata, rivelatrice di nomi d'artisti e di pagine
inaudite della storia dell'arte in quei secoli tenebrosi è la serie
che ci promette il Salazaro; e della quale le tavole, che ho
brevemente descritto, sono il primo anello.

Consiglio adunque ed invito i lettori del Bullettino e tutti
i cultori dell'archeologia artistica a volgere gli occhi e la mente
all'opera illustre ed alle splendide tavole, la cui proficua novità
non deluderà la concepita aspettazione.
 
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