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Bullettino archeologico italiano — 2.1862

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Heft 3 (Juni 1862)
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Garrucci. R.: Notizie di una greca epigrafe
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Garucci, R: Iscrizioni spettanti agli Ebrei
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https://doi.org/10.11588/diglit.9009#0028
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— 24 —

c. I, 52. A queste miniere leggiamo essere stati so-
vente condannati i cristiani (Euseb. h.eccl.YlU-, 13;
Epiph. adv. haeres. II, ll;Niceph.Call.ll, 28;Theo-
dor. IV, 19), e S.Atanasio (episl.adsolit.) le afferma
tanto mal sane, che i condannati appena vi potevano
durare in vita pochi giorni. Il derivato di tf>aivco è
^atv/jOto?, e così leggesiin S. Epifanio, e nella nuova
lapida: ma da «Mvvyj derivasi iIkw^c.oz e se ne serve
Teodoreto 1. c. Ai tempi di Teodosio Fenno aveva
un Vescovo di nome Saida, che si sottoscrive al con-
cilio efesino 'Eiucxotcgc <I>a£vnu? xr^ Ila^awiivy]? 2aX8-

Le notizie fin qui raccolte intorno a Phaena si
avevano già nei libri; ma quelle che ora riferirò ci
vengono dai monumenti. Imperocché sappiamo che
l'antica Phaena era in quel luogo che oggi è detto
Missema; e ne fanno testimonianza le epigrafi poste
dai Qawpioi che leggonsi nel corp. inscr. Gr. n.4542,
4544 e la lettera di Giulio Saturnino ai ftaiv^otoi
ibid. 4551 ov'egli nomina la città loro pjTpoxwiAia
toU Tpdywvs?, noi diremmo città capoluogo della
Traconite. La legione terza Gallica e la decimasesta
Flavia vi stanziarono per qualche tempo sotto M.
Aurelio e L. Vero: della terza Gallica poi si fa di
nuovo menzione sotto Caracalla v. n. 4548.

R. GARRUCCI

Iscrizioni spettanti agli Ebrei.

Due epigrafi non conosciute finora come spettanti
agli Ebrei si leggono nelle collezioni. La prima è
fra le Inscr. Neap. Lai. del Mommsen al n. 2555 e
dice cosi:

TI • CLAVDIVS
PHILIPPVS
DIA VIV ET
GERVSIARCHES
MACERI AM DVXIT

Il vocabolo rspouctapyy;?, quantunque già noto per
un'epigrafe pubblicata dal Cardinali, non si legge
registrato nel Thesaurus dello Stefano che si stam-
pa in Francia. Ora conta tre nuovi esempi fra le
mie epigrafi ebraiche: v. dm. Ebr. p. 51, 62, 69.
Verosimilmente questi fu il capo dei seniores o sia

CAV. GIULIO MINERVINI - editore

della yepouefa nelle sinagoghe, onde si legge appel-
lato rEPOTCIAPXHC THC CTNArftrHC L'alti a ca-
rica troppo ellitticamente espressa in latine lettere
DIA VIV leggesi ancora in greco AIA B1U e non può
ancora definirsi qual dignità sia se quella dell'àpywv
o alcuna altra data a perpetuità.

L'altra epigrafe che merita di passare oramai fra
le ebraiche leggesi nel Muratori 2043, 7 e nell'Orel-
li 3222. Eccone il lesto:

MARCVS CVYNT
VS AAEXVS GRA
MMATEVS EGOT
ON AVGVSTASIO
N MELLARCON
ECCION AVGVSTESI

ON AN. XÌT

Quantunque il carattere sia Ialino, è però mani-
festo che lo scrittore l'ha quasi per intero dettala in
greca lingua. Ond'è che volendo proporre qualche
nuova interpretazione non ci discosteremo da colo-
ro che ci hanno preceduto, i quali cercarono nella
greca prosa il senso di EGO TON della linea 3.
LTIagenbuck leggeva onninamente ÉY&Ti3v,iIBuhier
piuttosto è^iwv, alle quali lezioni l'Orelli preferi
£t;uóv. l'iù semplice e più sicura insieme a me sembra
la emendazione di EGO in ECC com'è scritto nella
linea 6; e posso pur concedere che siasi per isbaglio
confuso il C coll'O pel confronto di MOTA per ME-
TA di nPOCETXOIO por IIPOCETXETO in due epi-
grafi vedute da me. L'ECC TON poi parmi equival-
ga ad EK TfìN come il testo dimanda. Perocché que-
sto Marco Quinto Alesso si dice essere stato rpajn-
\i.a\eh<; èx ~wv AÙYOuottyJattov c MeXXdpxtov ex twv Aù-
■Youo-yjctwv cioè arconte designato , essendo morto
prima di conseguire questa dignità. Nota è la sina-
goga degli Auguslenses {dm. Ebr. p. 38), che prese
nome da Augusto; e però sarà da confondere il Gram-
maleus ton auguslesion ed il Mellarcòn lon Augusle-
sion coi sacerdolia munidpalia et privala, come si
confonde oggi nell'OrelliHenzeniano a p. 51 indices.
Le due dignità qui ricordale si ottenevano anche dai
fanciulli. Un YpaiAjxaTjù? vijuios di anni sei trovasi fra
le epigrafi pubblicate (cim. Ebr. p. 61 ), ed un àpywv
vfpaoq senza notazione di anni leggesi in una tuttora
inedita: in una terza poi parimenti inedita un Anniano
chiamasi APXiìNIHOC cioè ò'p/tov vjjmo?, il quale vis-
se anni otto. Queste due epigrafi saranno da me mes-
se in luce colle quaranta che restano tuttavia a pub-
blicarsi, tosto che saranno accresciute dalle molte
compagne ora che si riprendono gli scavi del Cimi-
tero Ebraico dal benemerito possessore sig. Ronda-

Ililli. n. GARRUCCI.

STAMPERIA DELLA R. UNIVERSITÀ
 
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