Il lesto siriaco della descrizione di Roma ecc. '219
ho eletto, il quale tuttavia ritrovasi in un altro codice pure del
British Museum ', fra molti estratti di diverso genere. Di
questo squarcio che novera i monumenti e le meraviglie di
Eoma, io do qui appresso una nuova traduzione, e torno a
pubblicare esattamente il testo siriaco più importante, che è
quello del manoscritto Vaticano, aggiungendo però in nota l'altro
del codice di Londra. Cercherò altresì di dichiarare parecchi
luoghi oscuri di questo documento, ma non pretendo scioglierne
con piena certezza tutte le difficoltà topografiche; le quali del
resto provengono in gran parte dalla lezione stessa del codice,
che, a mio credere, è grandemente corrotta e guasta, a cagione
sopratutto delle voci che vi occorrono, straniere alla lingua si-
riaca, l'orse miglior prova farà chi abbia dell'antica topografia
romana una conoscenza più minuta ed estesa che io non pos-
segga ; ma in ogni modo è evidente, che qualunque investiga-
zione di tal genere deve cominciare dall'esatta costituzione del
testo, quale i due soli codici superstiti ce lo hanno conservato,
per proporne poi gli emendamenti critici e le dichiarazioni.
Il cardinal Mai fu il primo che di questo squarcio dette
in luce tanto il testo siriaco del codice Vaticano, quanto la tra-
duzione latina ; ma l'uno e l'altra senza quell'accuratezza che in
somigliante lavoro era affatto indispensabile ; in seguito, solo una
parte della traduzione fu riveduta dal Zingerle per la Roma
Sotterranea. \ Più fortunato fu il testo del codice di Londra,
dato in luce dal Land, e tradotto dal Sachau 3; se non che
' Àdditìon. 12,154.
2 Mai, Script, vet. Nov. Coli. X, 359 e pag. XII; De Rossi, Roma
Soit. I, 130. Il cardinal Mai nelle pubblicazioni siriache giovavasi dell'opera
dei maroniti Francesco Mehàseb e Matteo Sciauàn, ed io ignoro a quale dei
due o se ad entrambi, sia dovuta la traduzione di questo capitolo. Il Mai
propose altresì in vocabulis desperalis alcune emendazioni e congetture, tutte
molto infelici.
* Land, Anecd. Syriac. Ili, 323, e Jordan, Topograph. d. Stadi Remi,
II, 575. E appena necessario l'aggiungere che molto mi sono giovato di
questa dotta opera del Jordan.
ho eletto, il quale tuttavia ritrovasi in un altro codice pure del
British Museum ', fra molti estratti di diverso genere. Di
questo squarcio che novera i monumenti e le meraviglie di
Eoma, io do qui appresso una nuova traduzione, e torno a
pubblicare esattamente il testo siriaco più importante, che è
quello del manoscritto Vaticano, aggiungendo però in nota l'altro
del codice di Londra. Cercherò altresì di dichiarare parecchi
luoghi oscuri di questo documento, ma non pretendo scioglierne
con piena certezza tutte le difficoltà topografiche; le quali del
resto provengono in gran parte dalla lezione stessa del codice,
che, a mio credere, è grandemente corrotta e guasta, a cagione
sopratutto delle voci che vi occorrono, straniere alla lingua si-
riaca, l'orse miglior prova farà chi abbia dell'antica topografia
romana una conoscenza più minuta ed estesa che io non pos-
segga ; ma in ogni modo è evidente, che qualunque investiga-
zione di tal genere deve cominciare dall'esatta costituzione del
testo, quale i due soli codici superstiti ce lo hanno conservato,
per proporne poi gli emendamenti critici e le dichiarazioni.
Il cardinal Mai fu il primo che di questo squarcio dette
in luce tanto il testo siriaco del codice Vaticano, quanto la tra-
duzione latina ; ma l'uno e l'altra senza quell'accuratezza che in
somigliante lavoro era affatto indispensabile ; in seguito, solo una
parte della traduzione fu riveduta dal Zingerle per la Roma
Sotterranea. \ Più fortunato fu il testo del codice di Londra,
dato in luce dal Land, e tradotto dal Sachau 3; se non che
' Àdditìon. 12,154.
2 Mai, Script, vet. Nov. Coli. X, 359 e pag. XII; De Rossi, Roma
Soit. I, 130. Il cardinal Mai nelle pubblicazioni siriache giovavasi dell'opera
dei maroniti Francesco Mehàseb e Matteo Sciauàn, ed io ignoro a quale dei
due o se ad entrambi, sia dovuta la traduzione di questo capitolo. Il Mai
propose altresì in vocabulis desperalis alcune emendazioni e congetture, tutte
molto infelici.
* Land, Anecd. Syriac. Ili, 323, e Jordan, Topograph. d. Stadi Remi,
II, 575. E appena necessario l'aggiungere che molto mi sono giovato di
questa dotta opera del Jordan.