La villa Castrimeniese di Q. Voconio Pollione.
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LA VILLA CASTRIMENIESE DI Q. VOOONIO POLLIONE
(con Appendice)
Tav. XIV — XIX.
Lungo la linea di confine fra gli ubertosi vigneti di Ma-
rino e la campagna incolta, e sulle prime falde dei colli clic
guardano Roma ed il settentrione, si distende una catena non
interrotta di ruderi appartenenti ad antiche ville romane. No-
tevoli fra tutti sono i gruppi monumentali di Morena, del
Tunnel di Giampino, dei Centroni, del Torraccio, quelli clie
udii chiamare talvolta Massepolì, tal'altra di Messer Paolo, ed
i cosidetti muracci dei Francesi. Tutte cotesto ville nobilis-
sime sono modellato su di un tipo uniforme, a grandi sca-
glioni o terrazze, sorrette da muraglioni rettilinei rinfian-
cafci da speroni, ed ornati di nicchie. Le terrazze più basse
non contengono fabbricati , ma furono sempre coltivate a
giardino: la terrazza più alta sostiene e racchiude il palazzo
signorile. Questo è dunque il tipo costante delle ville latine,
commendevole per due motivi : primieramente, perchè dal ciglio
e dalla spianata di ogni terrazza lo sguardo abbracciava senza
ostacolo ciascun punto dell'orizzonte : in secondo luogo perchè
con uno scarso volume di acqua si poteva dar vita a molti
ninfei ed a molte peschiere, utilizzando i sopravanzi di ciascun
bacino, e facendo loro ripetere la mostra di terrazza in terrazza.
Ma è incredibile la destrezza e la sagacia degli antichi inge-
gneri nell'adattare il tipo generale alle condizioni di quel dato
tratto di suolo, nel quale doveva stabilirsi la villa ; come è
sorprendente la loro industria nello esporre opportunamente
il
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LA VILLA CASTRIMENIESE DI Q. VOOONIO POLLIONE
(con Appendice)
Tav. XIV — XIX.
Lungo la linea di confine fra gli ubertosi vigneti di Ma-
rino e la campagna incolta, e sulle prime falde dei colli clic
guardano Roma ed il settentrione, si distende una catena non
interrotta di ruderi appartenenti ad antiche ville romane. No-
tevoli fra tutti sono i gruppi monumentali di Morena, del
Tunnel di Giampino, dei Centroni, del Torraccio, quelli clie
udii chiamare talvolta Massepolì, tal'altra di Messer Paolo, ed
i cosidetti muracci dei Francesi. Tutte cotesto ville nobilis-
sime sono modellato su di un tipo uniforme, a grandi sca-
glioni o terrazze, sorrette da muraglioni rettilinei rinfian-
cafci da speroni, ed ornati di nicchie. Le terrazze più basse
non contengono fabbricati , ma furono sempre coltivate a
giardino: la terrazza più alta sostiene e racchiude il palazzo
signorile. Questo è dunque il tipo costante delle ville latine,
commendevole per due motivi : primieramente, perchè dal ciglio
e dalla spianata di ogni terrazza lo sguardo abbracciava senza
ostacolo ciascun punto dell'orizzonte : in secondo luogo perchè
con uno scarso volume di acqua si poteva dar vita a molti
ninfei ed a molte peschiere, utilizzando i sopravanzi di ciascun
bacino, e facendo loro ripetere la mostra di terrazza in terrazza.
Ma è incredibile la destrezza e la sagacia degli antichi inge-
gneri nell'adattare il tipo generale alle condizioni di quel dato
tratto di suolo, nel quale doveva stabilirsi la villa ; come è
sorprendente la loro industria nello esporre opportunamente
il