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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 21.1893

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Cantarelli, Luigi: Il vicariato di Roma, [4]
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https://doi.org/10.11588/diglit.13635#0050

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Il vicariato di Roma

(inferni; vicestma, lamenari), rendono assai probabile la bella
congettura del grande maestro, che qui sento il dovere di ringra-
ziare, vivamente, per la gentilezza sua neli'avermela comunicata?
Accettando, -dunque, la identità dei due personaggi, rimane da
stabilire in quale anno Domizio Zenofìlo abbia governato la Si-
cilia. Nei fasti della Numidia troviamo un consolare di questo
nome ('), che è, appunto, quello Zenofìlo, il quale, l'otto dicembre
del 320, fece una inchiesta sulla condotta di Silvano, vescovo
donatista di Cirta, a domanda di Nundinario, uno dei diaconi
di Silvano. Il processo verbale di quella inchiesta (Gesta apud
Zenophilum consularem) fa parte della raccolta intitolata Gesta
Purgationis Caeciliani che s. Optato di Mileve ci ha conservata
in appeadice al suo de schismate Donatistarum (2). Più tardi,
fra il 333 e il 335, Zenofìlo ebbe il proconsolato d'Africa (C. Vili,
1408) e in questo officio restaurò il foro olitorio di Thignica.
Or bene, nulla vieta di ritenere che lo Zenofìlo, consolare di Nu-
midia e proconsole d'Africa, sia il medesimo a cui è dedicata la
lapide di Lilibeo e che egli abbia amministrata la Sicilia, dopo
Latroniano, fra il 314 e il 320. E a questi termini estremi non
contraddice la lapide di Zoilo la quale, secondo il De Rossi, non
è anteriore a Costantino.

5. Pas.chasius.

Surius, Vitae SS., YT, p. 987: interea dum distrahunlur
praedia et gemmae venduntur, ad sponsi [_sanctae Luciae~\ no-
titiam pervenit; isque. . . proponit litem in iudicio Paschasii

(!) Cf. Pallu de Lessert, Fastes de la Numidie, p. 190.

(2) Migne, Patr, Lai. Vili, 727. — Questi ed altri documenti ripro-
dotti da s. Optato furono ritenuti falsi dal Seeck (Zeitsehrift fur Kirchen-
geschichte X [1889], p. 505-568), alla cui opinione aderisce anche il Cri-
vellucci (Studi storici I [1892], p. 107) ; ma la loro autenticità, fu ampia-
mente dimostrata dal Duchesne (Le dossier clu donatisme [Mélanges de l'Ecole
fr. de Rome, 1890, p. 588-650J) con la sua consueta dottrina e chiarezza.
 
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