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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 21.1893

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Correra, Luigi: Graffiti di Roma, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.13635#0261

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Graffiti di Roma

245

GRAFFITI DI ROMA.

Les murailles soni le papier de la cariatile, dice un pro-
verbio francese ; ed il costume di servirsi di questo strano genere
di carta, non è nuovo. Plinio (ep. Vili, 8), descrivendo al suo
amico Eomano le bellezze del fonte e dei bagni di Clitumno,
dice : « Leges multa multorum omnibus columnis, omnibus pa-
rietibus inscripta quibus fons ille deusque celebratili- ». Cice-
rone, parlando di Pipa, la moglie di Escrione siracusano ( Verr.
Ili, 33), soggiunge : « De qua muliere versus plurimi supra tri-
bunal et supra praetoris caput scribebantur ». E Marziale ci fa
sapere che queste scritte, or si tracciavano con lo stile ed ora
si scarabocchiavano col carbone (XII, 61):

Quaeras censeo si legi laboras,
nigri fornicis ebrium poetarti;
qui carbone rudi putrique creta
scribit carmina quae legunt cacantes.

Per chi non avesse tavolette cerate a sua disposizione, il
muro era là per raccoglierne lo scritto. E noi possiamo, a volta,
anche oggi, osservare l'impressione di uno spettatore reduce dai
giuochi del circo ; leggere le imprecazioni di un beone contro
un'ostessa maliziosa. Guardiamo lo schizzo ingenuo di un fan-
ciullo, che, uscito dalla scuola, si dà bel tempo ad imbrattare le
pareti che incontra nella sua via, e non manca neppure una nota
d'amore: tutti ricordano il fac me ames, scritto su di un muro
di Pompei, che trova riscontro nell' altro di cui parla Luciano :

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'KQ/uoTifÀog cpiXsì MsXÌjtc'-V
 
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