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Graffiti di Roma
11 malvezzo di scrivere su per le mura doveva essere assai
iu voga, allora come oggi, in guisa che i proprietari, ai quali stava
a cuore la nettezza delle mura della propria casa, se ne mette-
vano in affanno. Un'iscrizione di Ostia (1), illustrata dal comm.
Visconti, ce lo mostra chiaramente, giacché, C. Julius Anicetus
ex imperio Solis rogai ne quis velit parietes aut triclias in-
scrivere aut scariphare.
Si graniva dapertutto, finanche sulle monete (2), sia per offrirle
ad una qualche divinità : stipern jacere (3), sia per iscrivervi una
dichiarazione d' amore che, inviata alla fanciulla del cuore, le
attestasse i sensi di affetto dell' amato garzone. Sono ovvi sulle
monete questi graffiti: JENI2 KAAA; KAAH VYXH, ovvero
semplicemente mdTOTrjqiov — pegno di amore. — La moneta
scritta così veniva sottratta al commercio e andava ad ingrossare il
numero dei gioielli della fanciulla cui era donata; ovvero, più
prosaicamente, dell'etera, quasi prezzo dei favori comprati. Il
costume, come si vede, era in voga assai più presso i Greci,
che non presso i Eomani.
Queste iscrizioni e questi disegni, fatti così alla buona, sono
dei documenti storici di un valore inapprezzabile, giacché, rac-
colti ed osservati attentamente, possono gettare degli sprazzi di
luce su qualche oscura quistione storica, ovvero rivelarci dei par-
ticolari della vita privata degli antichi, che invano cercheremmo
nei libri.
I graffiti figurati, secondo il soggetto che trattano, possono
classificarsi nelle seguenti categorie: 1° ritratti e caricature;
2° scene di genere; 3° scene circensi; 4° scene navali; 5° em-
f1) Ann. Inst. 1860, p. 434.
(2) V. Lenormant, Les graffiti monetaires de Vantiquité in Revue
numismat. t. XV", p. 325 a. 1874-77; Friedlander, Berliner Blàtter fùr
Mùnzkunde, t. IV, 1868. Zeitschrift fur Numismatik, t. Ili, 1875.
(3) Paus. VII, 22. 2; Letronne, Ann. Inst. t. IV, p. 217. Cf. un dotto
c geniale articolo della sig.a Contessa E. Lovatelli: II culto dell'acqua e
le me pratiche superstiziose, in Nuova Antol. fase. Vili, 1893. p. 630.
Graffiti di Roma
11 malvezzo di scrivere su per le mura doveva essere assai
iu voga, allora come oggi, in guisa che i proprietari, ai quali stava
a cuore la nettezza delle mura della propria casa, se ne mette-
vano in affanno. Un'iscrizione di Ostia (1), illustrata dal comm.
Visconti, ce lo mostra chiaramente, giacché, C. Julius Anicetus
ex imperio Solis rogai ne quis velit parietes aut triclias in-
scrivere aut scariphare.
Si graniva dapertutto, finanche sulle monete (2), sia per offrirle
ad una qualche divinità : stipern jacere (3), sia per iscrivervi una
dichiarazione d' amore che, inviata alla fanciulla del cuore, le
attestasse i sensi di affetto dell' amato garzone. Sono ovvi sulle
monete questi graffiti: JENI2 KAAA; KAAH VYXH, ovvero
semplicemente mdTOTrjqiov — pegno di amore. — La moneta
scritta così veniva sottratta al commercio e andava ad ingrossare il
numero dei gioielli della fanciulla cui era donata; ovvero, più
prosaicamente, dell'etera, quasi prezzo dei favori comprati. Il
costume, come si vede, era in voga assai più presso i Greci,
che non presso i Eomani.
Queste iscrizioni e questi disegni, fatti così alla buona, sono
dei documenti storici di un valore inapprezzabile, giacché, rac-
colti ed osservati attentamente, possono gettare degli sprazzi di
luce su qualche oscura quistione storica, ovvero rivelarci dei par-
ticolari della vita privata degli antichi, che invano cercheremmo
nei libri.
I graffiti figurati, secondo il soggetto che trattano, possono
classificarsi nelle seguenti categorie: 1° ritratti e caricature;
2° scene di genere; 3° scene circensi; 4° scene navali; 5° em-
f1) Ann. Inst. 1860, p. 434.
(2) V. Lenormant, Les graffiti monetaires de Vantiquité in Revue
numismat. t. XV", p. 325 a. 1874-77; Friedlander, Berliner Blàtter fùr
Mùnzkunde, t. IV, 1868. Zeitschrift fur Numismatik, t. Ili, 1875.
(3) Paus. VII, 22. 2; Letronne, Ann. Inst. t. IV, p. 217. Cf. un dotto
c geniale articolo della sig.a Contessa E. Lovatelli: II culto dell'acqua e
le me pratiche superstiziose, in Nuova Antol. fase. Vili, 1893. p. 630.