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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 21.1893

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Pascal, Carlo: Il più antico tempio d'Apollo a Roma
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https://doi.org/10.11588/diglit.13635#0063

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77 più antico tempio d'Apollo a Roma

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vato presso i Greci dagli avanzi del tempio di Minerva Partenone in
Atene, da quelli di Giove Panellenio in Egina, e da quelli del
tempio di Teseo. Vi ha inoltre la testimonianza di Pausania, 5,10,
che descrive il frontespizio del tempio di Giove in Olimpia, e di
Diodoro Siculo, lib. 18, per quello di Giove Olimpico in Agrigento.
Ora secondo il Cockerell ' la relativa dimensione di queste statue,
la progressiva diminuzione di loro altezza, le mosse con le quali
si adattano esse in una singoiar maniera ad un tal collocamento,
tutto sembra confermare la congettura che fossero collocate nel
frontespizio di un tempio. 1 passi di Plinio non sono in verun modo
contrari a quanto sopra '. — Anche i due lottatori trovati nello
scavo insieme con le 12 Niobidi, poterono, secondo il Guattani
(1. c. p. 82) far parte della favola. Le quali congetture tutte
noi ricordammo non perchè nulla siavi in esse di definitivamente
accertato, ma perchè tra tutte le altre possono dirsi ingegnose
e probabili.

Scarse memorie abbiamo circa alle pitture del tempio. Vi era
una tavola dipinta dal famoso Aristide Tebano. Ce ne riferisce
Plinio H. N. 35, 99, nei seguenti termini : ' [Aristides Thebanus
pinxit] Liberimi et Artamenen spectatos Komae in aede Cereris,
tragoedum et puerum in Apollinis, cuius tabulae gratia interiit
pictoris inscitia, cui tergendam eam mandaverat M. Junius praetor
sub die ludorum Apollinarium '. Se è da accettarsi l'opinione
del De Vit, Onomasticon, s. v. Junius, che questo M. Giunio
pretore, sia quello presso il quale Cicerone difese D. Matrinio
(Cic. Cluent. 45), avremo dal ragionamento del Wehrmann, Pasti
praetorii, Berolini, 1875, p. 48, che M. Giunio non potè esser
pretore se non nell'anno 687 di E,., e che in quell'anno lo scia-
gurato restauratore guastò il bel quadro di Aristide ; onde si ha
altresì la certezza che al tempio Flaminio, non a quello Palatino,
alluse Plinio nel luogo sopra apportato.

Il tempio di Apollo fu, fin da antichissimi tempi molto
frequentato, per i ludi e le feste e le cerimonie che al dio si
 
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