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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 21.1893

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Nr. 2
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Cantarelli, Luigi: Il vicariato di Roma, [5]
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https://doi.org/10.11588/diglit.13635#0121

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Il vicariato di Roma

109

9. (C. Mae si us Aquillius) F a b i u s Titianus I.

C. VI, 1717 Parisotti, 230 (Roma): Fabio Tifiamo
v(iro) Alarissimo), correctori Flaminiae et Piceni, consiliari
Siciliae, proconsuli provinciae Asiae, iudici sacrarum co-
gnitionum, corniti primi ordinis, constili ordinario, praef(ecto)
urbis, Peregrinus serbus domino praestantissimo.

Abbiamo collocato fra parentesi i nomi C. Maesius Aquil-
lius, perchè sebbene si trovino di frequente nei monumenti re-
lativi ai Fabii Titiani, pure, mancano nelle epigrafi che si ri-
feriscono al nostro Fabio Titiano che fu consolare della Sicilia
alcuni anni prima del 337 in cui ebbe i fasci ordinari. Fra l'am-
ministrazione di quella provincia e il consolato, l'epigrafe anno-
vera varie dignità sostenute da Titiano (proconsul Asiae, comes
primi ordinis ecc.), sicché il Parisotti, calcolando anche un solo
anno per ciascuna di queste dignità, propende a collocare l'am-
ministrazione del nostro consolare in Sicilia fra il 334 e il 335.

10. C. Maesius Aquillius Fabius Titianus II.

C. X, 7345 = Parisotti, 245 (Thermae Himeraeae) : C.

Maesio Aquillio Fabio Titiano chiarissimo) v(iro), co(n)s(u-
lari) optimo, civi ac patrono benemerenti, ordo et populus
splen[djissimae col(oniae) Augiiistae) Himereorum [The^rmi-
t(anorum) pecunia sua posuit.

Nel 398, Simmaco scriveva ai Nicomachi (Ep., VI, 66) di
aver ricevuto notizie dei propri affari in Sicilia da Euscio suo
procuratore ; su questi affari, doveva aver pronunciato un giudizio
Titiano, come ricavasi dal seguente passo di una lettera di Sim-
maco a lui diretta : ad Titianum. desideratas quidem litteras
tuas libens sumpsi, sed cog/litio actuum tuorum, quorum testis
atque narrator Euscius fidi, uberiorem mihi adtulit volupta-
tem (Vili, 68). Ora, il raffronto di queste due lettere di Sim-
 
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