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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 21.1893

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Lugari, G. B.: Il dolocenum della XIII regione
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https://doi.org/10.11588/diglit.13635#0240

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sioni esistenti a s. Alessio, ed i catalogi. Esaminiamo questi
argomenti, cominciando dalle iscrizioni.

La dispersione, quasi incredibile, come dice l'Henzen d'il-
lustre memoria (l), dei marmi arvalici ci ha ammaestrati ad
esser cauti nell'assegnare ai monumenti, quali che siano, il sito
loro originario. La scoperta della via Campana, dovuta al Biondi (2):
la iscrizione trovata al V miglio della Portuense nell'anno 1866,
che al eh. comm. De Rossi sembrò distaccata e caduta dalla
parete del tempio (3) ; i numerosi frammenti di quei marmi esi-
stenti nella vigna Ceccarelli tolsero ogni questione sul luogo pre-
ciso del bosco della Dea Dia e del tempio, che fino quasi ai
nostri giorni era stato or qua or là .collocato dai topografi.
Lo stesso a me sembra potersi dire del tempio del Giove Doli-
cheno. I monumenti del Dolicheno, non già così copiosi come
gli Arvalici, ma pure in qualche numero, non altrimenti che quelli,
dei quali uno giunse fino a Mentana (4), anche essi vagarono,
e furono trovati in luoghi diversi affatto, e separati. Altri si rin-
vennero sull'Aventino, altri sull'Esquilino, alcuni nel Trastevere,
altri in luoghi diversi l'uno dall'altro. *

11 Ficoroni nel pontificato di Clemente XII trovò sull'Esqui-
lino, tra la via che andava ad uscire a porta Maggiore e l'altra
che conduceva a s. Croce in G-erusalemme, un avanzo di vasto
edifìcio, dove erano incastrate due tavole di marmo scritte,
così il Ficoroni (5), spettanti al culto del Dolicheno, e presso
questo luogo istesso e nei tempi trascorsi ed ai giorni nostri si
rinvennero non meno di nove monumenti appartenenti a quella
divinità; sì che dei ventisei monumenti attenenti al Dolicheno,

(*) Henzen, B. A. Gom., an. 1884, p. 244.

(2) Biondi, Atti della Pontif. Accademia Romana d'Archeologia,
IX, pagg. 473 e segg.

(3) De Rossi, B. A. Gr„ an. 1866, pag. 57.

(4) Gatti, B. A. Cam., an. 1890, pag. 116.

(5) Ficoroni, Labico, pag. 22 e seg. ; Gemmae antiquae litteratae,
pag. 131.
 
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