DOI Artikel:
Pinza, Giovanni: Monumenti paleoetnologici raccolti nei musei comunali
DOI Seite / Zitierlink: https://doi.org/10.11588/diglit.14882#0103
100
Monumenti paleoetnologici
12 piedi romani. I m. 4,22 di via di Marforio sono uguagliati
a 15 piedi oschi. benché egli stesso valuti questi ultimi m. 4,125
<pag. 90: 4,22 m. d. h. 15' osk = 4,125 m.); m. 1.72 misurati
in via della Panetteria sono uguagliati a 6 piedi romani, pari
a m. 1,776; m. 1,63-1,70 misurati all'arco nel palazzo Anto-
nella sono detti = a 6 piedi oschi, equiparati invece a m. 1,65.
Mi pare inutile di continuare questa esposizione, la quale ha
già dimostrato che le misure scelte fra le più adatte si possono
ridurre alla unità di misura osca o romana, soltanto passando
sopra ad errori, la cui percentuale in rapporto alla unità stessa,
è troppo elevata. Purtroppo, nel campo archeologico siamo abi-
tuati ad una precisione di confronti incomparabilmente minore, in
specie nella valutazione degli stili ove uguaglianze e disugua-
glianze dipendono quasi esclusivamente da criterii soggettivi ed
arbitrarli ; ma in tema di misure non è ammissibile tanto arbi-
trio: e basta rifare i conti prendendo come elementi di raggua-
glio del piede osco e romano quelli stessi assunti dal Graffunder,
per avvedersi che egli applica il segno = a quantità più o meno
diverse. Se inoltre si considera che molte misure furono omesse
(quali ad esempio quelle relative al terrapieno ed alla fossa, che
egli sembra riferire alla originaria costruzione, e più ancora la
lunghezza dei blocchi, assai variabile pur essa), e che altre fu-
rono dovute da lui stesso lasciare senza ragguaglio, si deve con-
chiudere che le ricerche alle quali mi riferisco sono del tutto
insufficienti a dimostrare l'uso rispettivo del piede osco e di
quello romano nella costruzione delle due opere delle quali di-
scorro; mentre, al contrario, vi sono buoni argomenti per esclu-
derlo addirittura.
Del resto, anche assumendo la ipotesi dell'uso di una unità di
misura di garantita uguaglianza, la storia della applicazione di
quelle due unità è ancora troppo poco conosciuta per potere de-
durne dati cronologici, sia pure approssimativi : mentre è chiaro
che non si può in alcun modo escludere nè la ipotesi che proprio
Monumenti paleoetnologici
12 piedi romani. I m. 4,22 di via di Marforio sono uguagliati
a 15 piedi oschi. benché egli stesso valuti questi ultimi m. 4,125
<pag. 90: 4,22 m. d. h. 15' osk = 4,125 m.); m. 1.72 misurati
in via della Panetteria sono uguagliati a 6 piedi romani, pari
a m. 1,776; m. 1,63-1,70 misurati all'arco nel palazzo Anto-
nella sono detti = a 6 piedi oschi, equiparati invece a m. 1,65.
Mi pare inutile di continuare questa esposizione, la quale ha
già dimostrato che le misure scelte fra le più adatte si possono
ridurre alla unità di misura osca o romana, soltanto passando
sopra ad errori, la cui percentuale in rapporto alla unità stessa,
è troppo elevata. Purtroppo, nel campo archeologico siamo abi-
tuati ad una precisione di confronti incomparabilmente minore, in
specie nella valutazione degli stili ove uguaglianze e disugua-
glianze dipendono quasi esclusivamente da criterii soggettivi ed
arbitrarli ; ma in tema di misure non è ammissibile tanto arbi-
trio: e basta rifare i conti prendendo come elementi di raggua-
glio del piede osco e romano quelli stessi assunti dal Graffunder,
per avvedersi che egli applica il segno = a quantità più o meno
diverse. Se inoltre si considera che molte misure furono omesse
(quali ad esempio quelle relative al terrapieno ed alla fossa, che
egli sembra riferire alla originaria costruzione, e più ancora la
lunghezza dei blocchi, assai variabile pur essa), e che altre fu-
rono dovute da lui stesso lasciare senza ragguaglio, si deve con-
chiudere che le ricerche alle quali mi riferisco sono del tutto
insufficienti a dimostrare l'uso rispettivo del piede osco e di
quello romano nella costruzione delle due opere delle quali di-
scorro; mentre, al contrario, vi sono buoni argomenti per esclu-
derlo addirittura.
Del resto, anche assumendo la ipotesi dell'uso di una unità di
misura di garantita uguaglianza, la storia della applicazione di
quelle due unità è ancora troppo poco conosciuta per potere de-
durne dati cronologici, sia pure approssimativi : mentre è chiaro
che non si può in alcun modo escludere nè la ipotesi che proprio