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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 40.1912

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Pinza, Giovanni: Monumenti paleoetnologici raccolti nei musei comunali
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https://doi.org/10.11588/diglit.14882#0104
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raccolti nei musei comunali

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in queste mura fosse stato impiegato per la prima volta il piede
osco o quello romano, nè l'altra opposta, che una almeno di queste
unità di misura vi fosse applicata anche dopo il suo abbandono
generale nell'uso comune.

Graffunder ha pure addotto a sostegno della sua ipotesi
alcuni argomenti che gli parvero adatti a mostrare l'alta anti-
chità alla quale potrebbe risalire in Roma quel tipo costruttivo.

Io sarei oggi molto imbarazzato se dovessi definire quando
si introdusse per la prima volta l'uso di costruire con blocchi
squadrati, di disporre i filari in rientranza, di girare sulle te-
state delle pareti vere e proprie volte centinate; ma anche
nella ipotesi che si potessero in proposito stabilire delle date
approssimative, queste gioverebbero a determinare, tutt' al più,
uno dei termini cronologici entro i quali poterono costituirsi le
mura « serviane » : ma non l'altro. La data della loro costruzione
resterebbe quindi ugualmente incerta.

Resta lo studio epigrafico delle marche di cava.

Dal fatto che alcune lettere incavate nei blocchi del muro
di tufo granulare giallognolo spettano a segni alfabetici che
si dovevano leggere da destra a sinistra, e dall'assunto che col
338 av. Cr. già era corrente la scrittura da sinistra a destra,
Graffunder desume la maggiore antichità dell'opera in cui
quei segni si osservano. Dalla forma del P e da altri dati epi-
grafici egli crede di poter stabilire, per esempio, che le costru-
zioni compiute in base al piede romano, spettano al IV se-
colo a. Cr., mentre i segni adoperati nelle mura costruite su la
base del piede osco sembrerebbero, in parte almeno, più antichi.

Le date proposte da Graffunder sembreranno, a chiunque, un
po' troppo assolute ; comunque, esse potrebbero costituire il ter-
minus ante quem della costruzione nella quale i segni stessi si
osservano: ma non l'altro, almeno fino a quando non sia dimostrato
che tra gli operai delle cave, certo non molto al corrente del
progresso epigrafico, non sia potuto persistere, quasi per tradì-
 
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