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Gatti, Giuseppe: Notizie di recenti trovamenti di antichità in Roma e nel suburbio, [27]
DOI Seite / Zitierlink: https://doi.org/10.11588/diglit.14882#0274
in Homa e net suburbio
Questa memoria sepolcrale proviene certamente da un mo-
numento, che doveva trovarsi in quelle vicinanze, era stato con-
cesso a persone discendenti da liberti della nobile gente Ostoria.
Tra gli illustri personaggi di questa doviziosa gente romana, che
fiorirono nei primi tempi dell' Impero, basta ricordare : —
P. Ostorio Scapula, che nell'anno 47 governò la Britannia
ed aveva avuto, forse nel precedente anno 46, il consolato suf-
fetto. durante il quale fu promulgato il noto senatusconsulto de
adsignandis Ubertis ('), che da lui porta il nome di SCto Osto-
riano; — M. Osto rio Scapu la. figlio del predetto, console
parimenti suffetto nell'anno 59; —Ostorio Sabino, dell'or-
dine equestre, che nell' anno 66 avendo denunciato le malver-
sazioni del proconsole d'Asia Barea Sorano, ne ottenne larga
rimunerazione ed anche gli onori delle insegne questorie.
Ora. molte iscrizioni sepolcrali che ricordano Ostorii di ori-
gine libertina, fra i quali si ha un P. Ostorius, Scapulae libertus,
Pharnaces (2), dimostrano che nei primi secoli imperiali furono
in Roma numerosi i discendenti di liberti nei diversi rami di
quell'antica gente romana (3). Ed è al tutto verosimile, che la
gente Ostoria, la quale possedeva un cospicuo patrimonio, avesse
alle persone della sua familia concesso con la libertà qualche
area, o parte di terreno, ove gli stessi liberti avessero potuto
costruire i modesti sepolcri per sè e per i propri discendenti.
Di quasi tutte le suaccennate memorie sepolcrali è ignota
la provenienza: alcuna se ne rinvenne sull'Appia, qualche altra
fra la Pinciana e la Salaria. Il frammento epigrafico testé rin-
venuto circa il primo miglio della via Salaria, che nomina pa-
recchi Ostorii di condizione libertina, i quali in quelle vicinanze
ebbero un sepolcro comune, potrebbe far supporre che forse fra
(*) Ulpian., Dig. XXXVIII, 4, 1 prec; Iustinian., Instit., Ili, 8, 3;
Bruns, Fontes ìuris. civ. Rom., ed. 6a, pag. 186, n. 49.
(■) C. 1. L., VI, 23601.
(3) V. per es., C I. L. VI, 23595-23605, 36018.
Questa memoria sepolcrale proviene certamente da un mo-
numento, che doveva trovarsi in quelle vicinanze, era stato con-
cesso a persone discendenti da liberti della nobile gente Ostoria.
Tra gli illustri personaggi di questa doviziosa gente romana, che
fiorirono nei primi tempi dell' Impero, basta ricordare : —
P. Ostorio Scapula, che nell'anno 47 governò la Britannia
ed aveva avuto, forse nel precedente anno 46, il consolato suf-
fetto. durante il quale fu promulgato il noto senatusconsulto de
adsignandis Ubertis ('), che da lui porta il nome di SCto Osto-
riano; — M. Osto rio Scapu la. figlio del predetto, console
parimenti suffetto nell'anno 59; —Ostorio Sabino, dell'or-
dine equestre, che nell' anno 66 avendo denunciato le malver-
sazioni del proconsole d'Asia Barea Sorano, ne ottenne larga
rimunerazione ed anche gli onori delle insegne questorie.
Ora. molte iscrizioni sepolcrali che ricordano Ostorii di ori-
gine libertina, fra i quali si ha un P. Ostorius, Scapulae libertus,
Pharnaces (2), dimostrano che nei primi secoli imperiali furono
in Roma numerosi i discendenti di liberti nei diversi rami di
quell'antica gente romana (3). Ed è al tutto verosimile, che la
gente Ostoria, la quale possedeva un cospicuo patrimonio, avesse
alle persone della sua familia concesso con la libertà qualche
area, o parte di terreno, ove gli stessi liberti avessero potuto
costruire i modesti sepolcri per sè e per i propri discendenti.
Di quasi tutte le suaccennate memorie sepolcrali è ignota
la provenienza: alcuna se ne rinvenne sull'Appia, qualche altra
fra la Pinciana e la Salaria. Il frammento epigrafico testé rin-
venuto circa il primo miglio della via Salaria, che nomina pa-
recchi Ostorii di condizione libertina, i quali in quelle vicinanze
ebbero un sepolcro comune, potrebbe far supporre che forse fra
(*) Ulpian., Dig. XXXVIII, 4, 1 prec; Iustinian., Instit., Ili, 8, 3;
Bruns, Fontes ìuris. civ. Rom., ed. 6a, pag. 186, n. 49.
(■) C. 1. L., VI, 23601.
(3) V. per es., C I. L. VI, 23595-23605, 36018.