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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 43.1915

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Cantarelli, Luigi: Il monte Testaccio e la Gallia
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https://doi.org/10.11588/diglit.14885#0046

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Il monte Testaccio e la Gallia

Gallie (1). Per vero dire, il Dressel non nega che la Gallia abbia
potuto spedire a Roma qualcuno dei suoi prodotti prelibati ; ma
osserva che, mentre gli antichi scrittori sono pieni di notizie che
dimostrano la fertilità specialmente della Spagna meridionale
e lodano la squisitezza dei suoi prodotti tanto terrestri quanto
marini, parlano poco della Gallia i cui vini ed olì (ad ecce-
zione del vinum picatum dell’agro viennese) non avevano, allora,
grande rinomanza ; anzi egli aggiunge che, in quei tempi, i vini
gallici aveano un disgustoso sapore di fumo ed erano, per di
più, spesso adulterati con sostanze nocive (2).
Ma l’opinione del Dressel è troppo restrittiva; lo nota anche
l’Hirschfeld (3). Infatti, oltre il vinum picatum dell’agro viennese
— che era molto ricercato, come attesta Marziale (XIV, 107), anche
per le sue qualità terapeutiche (Plin. n. h. 23, 1) — veniva
trasportato pure a Roma il vino di Baeterrae, colonia della
Gallia Narbonense (Béziers), ricordato non solo da Plinio con
queste parole: Baeterrarum intra Gallias consista auctoritas
(n. h. 14, 68) ; ma anche nella iscrizione di un’anfora : suro. vetus
quinque (annorum) Baeter[r~\(ense) (4). Inoltre, come osserva l’Hir-
schfeld, una gran parte delle anfore del Testaccio proveniva
probabilmente dalle fabbriche di Vienna nella Gallia meridionale ;
ma non solo il vino, l’olio pure si importava in Italia in gran copia
dalla Narbonese, come attesta T iscrizione urbana di L. Iulius
Fuscus Aquensis, olearius (5), che probabilmente si era stabilito
in Roma per vendervi i propri prodotti e forse quelli degli altri
proprietari del suo paese. L’olio di Aix (Aquae Sextiae) era,
allora, come oggi, assai rinomato per la sua finezza (6). Ma vi
(x) Bullettino dell'Initituto, 1865, pag. 240, n. 2.
(2) Bullettino comunale, 1879, pag. 68.
(3) C. I. L. XII, pag. 700.
(4) C. I. L. XV, 4542.
(5) C. I. L. VI, 9717.
(6) Cfr. lo scritto citato nella nota seguente.
 
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