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106 Di alcuni frammenti dell'obelisco di piazza Navona

Domiziano però e poi Adriano fecero incidere sui loro obe-
lischi delle lunghe iscrizioni geroglifiche nello stile medesimo
di quelle dell'età faraonica. E di questi il primo è quello di
piazza Navona di cui si tratta nel presente articolo, il secondo
è quello del Pincio.

Le iscrizioni che vediamo su questi obelischi di imitazione
furono incise in Eoma, giacché la imperfezione di quei segni così
diversi da quelli veramente egiziani, anche di epoca tarda, mostra
una mano straniera e non abituata a quel lavoro. Ed una prova
che veramente queste iscrizioni si facessero in Koma si è il fatto
che le iscrizioni dell'obelisco della Trinità dei Monti, il quale
è pure di età romana, sono una copia malfatta e confusa del
testo inciso sull'obelisco di Ramesse li ora in piazza del Po-
polo, il quale stava anticamente nel Circo Massimo.

Questi artefici imperiti che tracciarono malamente i gero-
glifici su questi obelischi di imitazione dovettero però avere il
testo di quelle iscrizioni da chi conosceva l'antica lingua egiziana;
ed in Roma vi erano numerosi sacerdoti del culto isiaco i quali
dovevano conoscere bene quel linguaggio antichissimo o almeno
quello adoperato nell'età romana.

Ora questa trasformazione della lingua e questa variazione
dei segni geroglifici e talvolta anche la loro cattiva esecuzione
rendono assai diffìcile la esatta interpretazione di queste iscri-
zioni geroglifiche di imitazione e talvolta neppure ci permettono
di afferrarne con sicurezza il significato. Ed è perciò che gli
egittologi sono molto cauti nel proporre la traduzione di siffatti

il nome di Claudio l'antecessore di Nerone, ma è più probabile che qui
fosse indicato Tiberio, il quale portava anche il nome di Claudio, perchè
Tiberio ebbe relazioni speciali con l'antica Preneste. Il frammento di un
altro obelisco dello stesso imperatore e che doveva essere aggruppato con
questo in Palestrina io lo riconobbi nel Museo nazionale di Napoli. Vedi
la mia Guida di Palestrina, 1912, pp. 72-73. Cfr. Guida illustrata del,
museo nazionale di Napoli edita da A. Ruesch, pp. 118-120.
 
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