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/ portici del Foro Olitorio ecc.

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Due soli documenti bastano per porre il lettore al corrente
dei precedenti amministrativi. 11 primo è una relazione presen-
tata dalla Commissione archeologica al sindaco Onorato Caetani
duca di Sermoneta, il 26 gennaio del 1892, che dice così:

« Lo stato deplorevole cui si trovano ridotti gli avanzi del
portico del Foro Olitorio, ha richiamate le cure del Comune di
Roma sino dal 1872. Nella seduta della Commissione Archeo-
logica del 30 giugno di quell'anno, considerandosi la molta im-
portanza del monumento sotto l'aspetto dell arte e della conser-
vazione, ed il vantaggio che poteva ritrarsi dall'acquisto e dalla
demolizione delle casupole di via della Bufala e di s. Omobono,
fu dato incarico all'architetto Vespignani di verificare la condi-
zione del luogo. Nella seduta del 7 luglio, assente il Vespi-
gnani, riferì il comm. Castellani di aver aperte personalmente
trattative con taluni proprietarii degli stabili costruiti sugli
avanzi del portico, il Ferretti, il Cristallini ed il Tuccimei. Le
trattative durarono circa tre anni. Il prezzo richiesto dal Fer-
retti era di lire 175 mila per l'intero suo fondo, di lire 5000
per il solo ambiente terreno dove esiste il fornice: quello ri-
chiesto dal Cristallini per il piano superiore di lire 25 mila.

» Un primo tentativo per stringere accordi con l'ufficio edi-
lizio municipale (16 dicembre 1872) essendo fallito, e fallita
pure la possibilità di una espropriazione e rivendicazione com-
pleta dei ruderi, il comm. Castellani nella seduta del 25 Gen-
naio 1875 annunciò di aver acquistati per proprio conto il piano
terreno Ferretti ed il piano superiore Cristallini per la somma
di lire 25 mila: di tenere l'uno e l'altro a disposizione del Co-
mune: e di aver frattanto intrapresi taluni lavori per porre in
evidenza la parte dell'antico edificio compresa dentro l'area
acquistata.

• Alla generosità del comm. Castellani, la quale rendeva
così facile il condurre a fine V impresa, furono tributate ben me-
ritate lodi dai colleglli della Commissione e del Consiglio: ma
 
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