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Della Porta, Giambattista; Ingegneri, Giovanni [Hrsg.]
Della Fisonomia Dell'Hvomo Dell Signor Gio. Battista Dalla Porta Napolitano. Libri Sei: Tradotti di Latino in volgare, e dall'istesso Auttore accresciuti di figure, & di passi necessarij à diuerse parti dell'opera: Et hora in quest'vltima Editione migliorati in più di mille luoghi, che nella stampa di Napoli si leggeuano scorettisimi, & aggiontaui la Fisonomia Naturale di Monsignor Giouanni Ingegneri — Vicenza, 1615 [Cicognara, 2459]

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https://doi.org/10.11588/diglit.26013#0364
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Della Fisonomia dclTHiiomo
Ua huomo ornato, che non sia effeminato. M.Tullio contro Catilina nel se-
condo libro, ingiuriò come censore quelli di capelli pettinati. Ma hor mi ve-
ne in mente nelle bisfane hauer letto cosa da non sprezzarsi. Hauendo Filip-
podiMacedonia eletto vn de gli amici di Antipatro per giudice, &hauen*
doli poi accorto, che codili si tingeua i capelli,e la barba,subito gli tolse MJ
fido,e disse, un che dice bugie neJ capelli, che speranza hò che tratti da elser
verdadiero nelTaltre coseì1 Leonida appresso Plauto contro un certo effemi*
nato.
Chi farà,chi li hard sede o esfeminato, C'hai con il ferro i tuoi capelli attorti.
Suida quelli effeminati che ornauanla chioma,li chiama occupati d’intor
no un infame piacere.Martiale.
Non è cofa pi ù brutta di vedere Vn caluo con la chioma
Aristofane deseriuendo il suo Philocrate delicato, dice, di corpo bianco
crespo con la chioma. Diogene vedendo vn certo senza barba dille, o forsè
tu chiami mancamento l’vso di Natura,che ti habbia satto huomo, e non fe-
mina. E veggendone ancora vn’altro così raso, caualcare soura un cauaìlo, c
tutto profumato, ueslir di una ueste con ueneuoleà tanta mollezza,dilsea
Chi sarà il tuo slallone «* Alessi apprelso Ateneo ragionando di quelli gioua-
ni eosi rad.
Se vedrai vn pelato, e così rafo Tutti de la città dimmi per Dio
Perche siimi, che C vno, V altro (la, Cbefafiidio a la barba ti dà il pelo f
O cb’eglipenfifar quella militia Per lo qualdimcsiriamchuemini fianio
Che sar non si conuient à quel che ha barba. Se non che tu ti /degni d'esier huomo ?
O che fia da imbrattar si di quei vi tip.
Sardanapalo auanzò tutti gli innanzi à se di lulsuria, e di codardia, menè
la sua uita fra le puttane, ueslito ancora di porpora, teisuta di molta lana,im-
bellettandoli la faccia, & accomodando si tutto il suo corpo, come fusie una
donna, usando lasciuia più di una donna , imitando ancor nel parlarla uoce
lottile come donna,& hor si aceomodaua esiser huomo, & hor donna,buttati
doli dietro lespalleogni pensierodel resto,e delia uergogna. e comandò che
quello Epitaffio fu (Te scritto sui suo sepolchro. Quel unto ne hò, che hò
mangiato, e die hò sprecato nella libidine.

del:

lì fine del Quarto Libro .
 
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