&
FISIONOMIA
NATVRALE
Di Monsignoro
GIOVANNI INGEGNERI
Vcscouo di Capodifìria •
/
PROEMIO.
s
O N èia Fisionomia vn5arte,comes’imagìììà tal*une*di
giudicare le cose , che possono per Tauuemre accadere à
glihuominh Perche à così fatta determinata cogcitio
ne non può giungere l’ingegno humano. E s’inganna-
no coloro,che si credono,che vi sia alcuna facolta,laqus
le somminifiri certa, & vera notitia delle cose, che pos»
sono nonesiere ; imperoche il nofiro intelletto, quando
egli intende la verità, non conosce le cose,nè la natura loro,se non in quel»
l’ifiesiomodo , che elle sono. Et perche quello, che è fu turo contingen-
te, può esiere,& può non essere, noi non polliamo de gli accidenti futuri
haueraltra cognitione, chequefia,ch’esii possono essere, possono non
essere ; laqual cosa non è scier.za, ma vna diuolgatissìma intelligenza có*
munt alle fonine,& à i fanciulli. Et dicano in quello gli Assrologi ciò,che
lor piace, & cosi i Chiromantici, & limili altri irnpostori -, parte de’ quali
non hàdelle lor frodi fondamento alcuno, parte s’appoggiaa* principi!
fallì, & erronei, presuponendo, che le cose, che noi senssbilmente veggia-
mo esi'er contingenti, & che dipendono dal nofiro volere, onde di molte
di esse potremmo fare altramente, sieno tutte necesiarie j non distinguen-
do la necesiltà dalla contingenza,& non auertendo, che quella consegué-
za necdsana delle cose,laquale dipende dali’ordine,dal moto de i Cieh,no
comprende la nosira volontà. Perths’l nosiro intelletto, ch’ò vna csiuing
A i par-
FISIONOMIA
NATVRALE
Di Monsignoro
GIOVANNI INGEGNERI
Vcscouo di Capodifìria •
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PROEMIO.
s
O N èia Fisionomia vn5arte,comes’imagìììà tal*une*di
giudicare le cose , che possono per Tauuemre accadere à
glihuominh Perche à così fatta determinata cogcitio
ne non può giungere l’ingegno humano. E s’inganna-
no coloro,che si credono,che vi sia alcuna facolta,laqus
le somminifiri certa, & vera notitia delle cose, che pos»
sono nonesiere ; imperoche il nofiro intelletto, quando
egli intende la verità, non conosce le cose,nè la natura loro,se non in quel»
l’ifiesiomodo , che elle sono. Et perche quello, che è fu turo contingen-
te, può esiere,& può non essere, noi non polliamo de gli accidenti futuri
haueraltra cognitione, chequefia,ch’esii possono essere, possono non
essere ; laqual cosa non è scier.za, ma vna diuolgatissìma intelligenza có*
munt alle fonine,& à i fanciulli. Et dicano in quello gli Assrologi ciò,che
lor piace, & cosi i Chiromantici, & limili altri irnpostori -, parte de’ quali
non hàdelle lor frodi fondamento alcuno, parte s’appoggiaa* principi!
fallì, & erronei, presuponendo, che le cose, che noi senssbilmente veggia-
mo esi'er contingenti, & che dipendono dal nofiro volere, onde di molte
di esse potremmo fare altramente, sieno tutte necesiarie j non distinguen-
do la necesiltà dalla contingenza,& non auertendo, che quella consegué-
za necdsana delle cose,laquale dipende dali’ordine,dal moto de i Cieh,no
comprende la nosira volontà. Perths’l nosiro intelletto, ch’ò vna csiuing
A i par-