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Inghirami, Francesco [Hrsg.]
Galleria Omerica o raccolta di Monumenti antichi (Band 3) — [S.l.], 1836

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https://doi.org/10.11588/diglit.3666#0107
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80

consultare quel dio abbracciar lo doveva, e stret-
tamente ritenerlo per qualunque forma di varie
belve riprendesse; ma quando il nume era stanco
dal dibattersi, e ritornato finalmente nella pri-
miera forma lo dovea lasciare, come di fatti
sciolto lasciollo il coraggioso Menelao, e paci-
ficamente interrogato il nume, gli rispose ad -
ditando il modo col quale potea trovar via di
partirsi di colà, dov era confinato dai venti.
Interrogato inoltre quai degli Achei tornarono
salvi alla patria loro dopo la presa di Troia,
rispose, ancorché suo malgrado, che due soli
perirono, Aiace d'Oileo ed Agamennone, ed un
terzo tuttavia vivente navigava nel mare (v. 49^)
per giungere ai paterni lari, ed esser questo
il re d'Itaca figlio di Laerte, ritenuto da Ca-
lipso, inclita ninfa cui spiaceva di rimandarlo
alla sua terra. Infine predisse a Menelao qual
doveva essere V ultimo suo destino. Ciò inteso
V Atride vide il marino dio nascondersi nelle
onde, ed egli tornossene alle navi . Il giorno
di poi fece vela per V Egitto, ma poiché non avea
nel partirsi con fretta compiute le sacre ceri -
moni e dovute agli Dei ne adempì il dovere sceso
a tema e d'allora in poi veleggiar potette fe-
licemente alla patria. Terminata una tal nar-
 
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