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n,r°» *:
ecce si
Dal
meQte K
f" si mostra} lf
ravessei'»
} sal(k ed 3ttDl
ne vedremonel
1 Ulisse,- ha Bel
in scarabeo, fu
e di vai Aìi
ita.
ARGOMENTO
DEL XXII LIBRO
DELL' ODISSEA
jLja cena che da proci lietamente attendevasì,
fu conversa improvvisamente in fiera strage
di tutti loro. Ulisse spogliossi de suoi cenci ,
e con V arco in mano e la faretra ai piedi ,
coltosi ai proci) lor disse, che ormai compiuta
la pruova di tender l'arco, volea tentare altro
bersaglio non peranco mirato; e in così dire,
volto lo strale verso Antinoo ( v. 8. ), che stava
in atto di alzare una tazza d'oro piena di vino,
senza pensiere alcuno di morte, ne fecer tu-
multo i proci e tosto cercarono, maìnvano^per
la sala se v eran armi, ed aspramente rimpro-
verarono Ulisse, supponendo essi per altro che
il colpo fosse stato involontario, e non s'av-
vedevano i miseri d esser giunti ai confini di
morte, Ulisse guardolli bruscamente e rimpro-
vero loro, come supponendosi cK ei non fosse
Voi. III. Odis. 47
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ARGOMENTO
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DELL' ODISSEA
jLja cena che da proci lietamente attendevasì,
fu conversa improvvisamente in fiera strage
di tutti loro. Ulisse spogliossi de suoi cenci ,
e con V arco in mano e la faretra ai piedi ,
coltosi ai proci) lor disse, che ormai compiuta
la pruova di tender l'arco, volea tentare altro
bersaglio non peranco mirato; e in così dire,
volto lo strale verso Antinoo ( v. 8. ), che stava
in atto di alzare una tazza d'oro piena di vino,
senza pensiere alcuno di morte, ne fecer tu-
multo i proci e tosto cercarono, maìnvano^per
la sala se v eran armi, ed aspramente rimpro-
verarono Ulisse, supponendo essi per altro che
il colpo fosse stato involontario, e non s'av-
vedevano i miseri d esser giunti ai confini di
morte, Ulisse guardolli bruscamente e rimpro-
vero loro, come supponendosi cK ei non fosse
Voi. III. Odis. 47