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Inghirami, Francesco [Hrsg.]
Galleria Omerica o raccolta di Monumenti antichi (Band 3) — [S.l.], 1836

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https://doi.org/10.11588/diglit.3666#0491
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ARGOMENTO

DEL XXII LIBRO

DELL' ODISSEA

jLja cena che da proci lietamente attendevasì,
fu conversa improvvisamente in fiera strage
di tutti loro. Ulisse spogliossi de suoi cenci ,
e con V arco in mano e la faretra ai piedi ,
coltosi ai proci) lor disse, che ormai compiuta
la pruova di tender l'arco, volea tentare altro
bersaglio non peranco mirato; e in così dire,
volto lo strale verso Antinoo ( v. 8. ), che stava
in atto di alzare una tazza d'oro piena di vino,
senza pensiere alcuno di morte, ne fecer tu-
multo i proci e tosto cercarono, maìnvano^per
la sala se v eran armi, ed aspramente rimpro-
verarono Ulisse, supponendo essi per altro che
il colpo fosse stato involontario, e non s'av-
vedevano i miseri d esser giunti ai confini di
morte, Ulisse guardolli bruscamente e rimpro-
vero loro, come supponendosi cK ei non fosse

Voi. III. Odis. 47
 
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