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Inghirami, Francesco [Hrsg.]
Galleria Omerica o raccolta di Monumenti antichi (Band 3) — [S.l.], 1836

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https://doi.org/10.11588/diglit.3666#0401
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TAVOLA GIV.

Giunto in Itaca Ulisse, non volle per con-
siglio di Minerva farsi tosto conoscere, ma stet-
tevi occulto, finché non ebbe fatta strage dei
proci di Penelope. In quel tempo stava incogni-
to e ritirato in casa d'Eutneo, e preveniva
chiunque del vicino ritorno del re d' Itaca.
Eumeo prestava fede ai di lui racconti tran-
ne peraltro quel che diceva d'Ulisse, perchè
era stato deluso da altri e specialmente da un
Etolo, il quale asseriva di averlo veduto pres-
so Idomeneo in Creta risarcire alcune navi
sconquassate da una tempesta, e falsamente
aggiungeva di sapere che nell'estate o nell'au-
tunno prossimo veniente sarebbe stato di ri-
torno. Di tale avventura cantata da Omero ( v.
383) mi sovvenni, vedendo in bella gemma un
uomo con pileo in testa, com'è proprio d'U-
lisse, usare il martello per acconciare una pro-
ra di nave, e V ho qui espressa insieme con
uno scarabeo, dove il soggetto medesimo è as-
sai più inferiormente lavorato.

Voi. III. Odi ss.

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