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Inghirami, Francesco [Hrsg.]
Galleria Omerica o raccolta di Monumenti antichi (Band 3) — [S.l.], 1836

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https://doi.org/10.11588/diglit.3666#0512
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374

do le porte delle dorme erari chiuse ; e infine
chiamata da Ulisse per mezzo di Telemaco
scese ella e vide i proci stesi Vun sopra l al-
tro esangui a terra, ed egli lordo di polvere
e di sangue come un leone ( v. 4^ ) feroce ?
che occupatasi a purgar la casa con zolfo e
fuoco.

« Seguimi dunque 3 le dicea la buona vec-
chia, e cessando dal pianto, vieni a schiudere
il giorno dell9 allegrezza 9 poiché Ulisse venne
al suo focolare e nel palazzo trovo la sua spo-
sa, ed il figlio , e di coloro che gli nocevano
si è a pieno vendicato » • Non ostante Pene-
lope resiste a persuadersi del ritorno d'Ulisse,
attribuendo ad un gualche nume la dissipa*
zìone de9 proci . A persuaderla con un fatto
evidente gli narrò la nutrice d'aver veduta la
cicatrice lasciatagli dal cinghiale che lo ferì (v.
74 )> in fine fe dice che se la inganna, è con-
tenta che Penelope le dia morte. La regina sì
determino in fine di scendere e vedere Tele*
maco, e la morte de'proci, e colui che disfo-
celi, sìa mortale o nume.

Scese pertanto sebben con animo'titubante,
ed appressatasi al focolare s' assise in contilo
ad Ulisse, ed ei poggiato ad una colonna ( v.

^ nozzt
tirnase
 
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