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LIBRO PRIMO

137
que si ha de gli altri tre che reslano : Et da quello avviene che ei
dicono, che tutti gli angoli retti sono fra loro uguali. Angolo sio-
pra (quadra è quello, che è maggior de lo a squadra. Acuto, o
siotto siquadra è quello, che è minore de lo a siquadra. Torniamo
di nuovo alla siuperficie . Noi dicemmo in che modo, mediante un
d’ intorno , si imprimeva nella siuperficie una qualità . Restaci a par-
lare dell’altra qualità de le siuperficie, la quale è (perdircosi) quasi
come una pelle difiesia siopra tutta la faccia de la siuperficie. Et
quella si divide in tre. lmperoche alcune sono piane & uniforme,
altre sono sferiche & gonfiate , altre sono incavate & concave. Ag-
giunghinsi a quelle per il quarto quelle siuperficie, che de le dette
si compongono. Di quelle tratteremo di poi: parliamo hora de le
prime . La siiperficie piana è quella, (òpra la quale pollovi un re-
golo, tocchi ugualmente per tutto ciasicuna parte di esfe. Molto li-
mile a quella sarà la siuperficie di una purilhma acqua che llia fer^
ma. La lliperficie sferica imita il d’intorno di una sfera. La sfera
dicono che è un corpo tondo, volubile per ogni versio, nel mezzo
del quale è un punto, dal quale tutte le ultime parti di elso cor-
po sono ugualmente lontane. La siuperficie concava è quella che
dal lato di dentro ha la sua estremità, che è lotto, per dir coll,
alla cotenna de la sfera, come sono le intime siuperficie di dentro
ne gusici de gli vuovi. Ma la superficie composta è quella, che ha
una parte di le (leda piana, & s altra o concava, o tonda, come
sono le superficie di dentro de le canne, o le siuperficie di fuori de
le colonne, o de le piramidi (Tav.I. Fig.2.). Per tanto, le qualità che si
truovano edere o nel circuito, o nelle faccie de le superficie, hanno
impollo diversi nomi, come si disse, alle siuperficie. Ma le qualità,
le quali lenza alterarli la siuperficie, variano 1 loro aspetti, sono me-
desirnamente due. lmperoche mutato il luogo o i lumi, appariro-
no variate a coloro che le guardano . Diremo del luogo prima, &C
poi de lumi. Et bisogna certamente prima considerare in qual mo-
do , mutato il luogo, esse qualitadi che son nella siuperficie , paiano
che sieno mutate. Quelle cole veramente si alpettano alla forza &
virtù de gli occhi. lmperoche egli è di necelsità che i d’ intorni o
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per decollarli o mutarli di (ito, ci paiano o minori, o maggiori, o
dishmili al tutto di quel che prima ci parevano. O medesimamen-
te che le siuperficie ci paiano o accresiciute, o defraudate di colore.
Le quali cosie tutte son quelle che noi misiuriamo o decorriamo con
lo siquadro: & come quello siquadro o veduta si faccia, andiamo
hora mveshgando. Et cominciamo da la sententia de Filolofi, che
dicono che le siuperficie li esiaminano mediante certi raggi miniltri
de la veduta, che perciò gli chiamano vilivi, cioè che per elsi si
imprimino i simulacri de le cosie nel sensio. lmperoche quelli mede-
fi simi
 
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