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Maffei, Scipione; Vallarsi, Jacopo [Bearb.]; Berno, Pierantonio [Bearb.]
Verona Illustrata (Parte Prima): Contiene L'Istoria Della Città E Insieme Dell'Antica Venezia: Dall'Origine Fino Alla Venuta In Italia Di Carlo Magno — In Verona: Per Jacopo Vallarsi, e Pierantonio Berno, 1732

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Dell'istoria di Verona
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Libro quinto
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https://doi.org/10.11588/diglit.62317#0059
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85 LIBRO

ib'td. p ri-
mar et so-
llie om-
nium, qui
deduxe-
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niar rul-
li tum in
Italia,aut
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lib. 50.

All^. c.zy.

v. Ins.
XXXIX.

Ans. I. 1.
r. 14. bo-
nari bur
omnib'ur in
Munici-
pio sunclu r
Cl. p. 117.

in Pi son.

I. 16. s.13.

in Provincie. Però quali indubitato è, che
nilsuna Città delle rinomate, e più consi-
derabili in Italia sarà rimasta esente in così
gran moltitudine, che allogar si dovea. Ve-
rona è anzi da credere, che di più d’ una
Colonia aggravata fòsse, che di ninna; es-
sendo tal replicazione anche in altre Città
avvenuta , come di Bologna leggiamo in
Dione, che colonia Militare vi condusse
Antonio, poi Ottavian di nuovo. Della Ve-
nezia certamente ne mandò Augnilo fino
all’estrema parte, facendo menzion Sveto-
nio di colonie confinanti con 1’ Illirico, per
preludiar le quali, e assicurarle dagl’ Illirici,
che le infettavano , .si valle centra 1’ uso
di soldati libertini . Di Pola nell’ Istria il
nome, che riportò di Pietà Giulia, eidue
Tempj che in parte ancor sulsittono, dedica-
ti alla Dea Roma, e ad Augnilo, mostra-
no, che fin là si stelero le di lui Colonie.
Non avrà dunque certamente tralalciata
Verona, In nobile, e sontuosa Iscrizione, che
tuttorsi vede, quella Città vien detta CO-
LONIA AUGUSTA titolo, per cui altri
ha creduto, che ne fosse Augnilo l’autore.
Replicatamente adunque acquistò gius di
Colonia Verona, onde andarono errati que’
dotti, che la credettero Municipio. Se ne
persuale il Reinesio per una nottra lapida,
ora nel publico Museo dedicata, e che si può
vedere nel Trattato degli Anfiteatri, in cui
si dice di Lucio Giustino,che avea sostenu-
ti in quello Municipio tutti gli onori. Se ne
persuase il Cluverio, perchè di certo suo
Municipe parlò Catullo. Fatale fu per ve-
rità quella voce nel generar dispute, e con-
fusioni; e non sedamente tra i moderni ,ma
per fin negli Antichi. Asconio Pediano a
cagion d’esempio si maraviglia, che Cice-
rone chiami Municipio Piacenza, mentre
fu Colonia, in che non c’era maraviglia al-
cuna. Dicea Gellio Municipio, e Municipe
esser parole trite, e proferite da tutti, ma
da pochi intese : dov’ egli ancora però mal
crede, dicelse il fallo, chi chiamava quei
di Colonia Municipi. Dall’uso vario delle
parole la metà delle quislioni ebbe origine:
sopra tutto frequentilsima cosa è 1’ usare i
medesimi vocaboli ora in senso tiretto , e
proprio, ed ora in largo, e comune. Fu
tra quelli Municipio, e Municipepretto La-
tini; poiché ora lignificò quelle Città, che
aveano una certa, e prefinita condizione,
e grado , cioè che godeano della Cittadi-
nanza Romana, lènza aver ricevuto nè uo-
mini Romani, nè leggi ; ed ora si ditte di
tutte le Città, eh’eran lotto Romani, e
non eran Roma. Quando negli Autori, e
nelle Leggi trattali della condizion diversa
delle Città, e quando si trova per cagion
Illufir. Parte I.

Q_U IN TO. 86
d’esempioMunicipium in alcune Medaglie di
Spagna, s’ intende nel senso particolare.
Quando nell’i slette leggi si tratta de’ muni-
cipali Magillrati, o Getti, o Statuti, s’in-
tende delle Città tutte dall’Impero compre-
sie. Quando ditte Cicerone nella Selliana,
niun Municipio d'Italia, ninna Colonia, nin-
na Prefettura ; allora parlò nel senso diret-
to, e proprio: quando dice a Bruto , che
Peto era principale del Municipio Lucchefe , Fam.l.
intende nel lènso generale, poiché Lucca
era Colonia più di cent’ anni avanti. In una
Epittola medesima si può ossèrvare varia- Io-
mente tisata tal voce; perchè parlando del-
la sua patria Arpino, dice, esser lui solito
atti siere con ogni attenzione a’ suoi Municì-
' pi, dove non altro lignifica , che patriotti :
aggiunge poi, aver quell’ anno fatto fare
Edile suo figliuolo per regolare il Municipio
niun altro Magistrato in quel Municipio,
crear solendosi; dove s’indica Municipio,
edere slato Arpino,e non Colonia, nèPre- l- s°*
. fettura, il che sappiamo anche da Livio. 38‘
Altre volte usa egli il termine di Municipali Att-l-
per gente di Città dicendo, molto parlarfi da /. 9. x j.
uomini Municipali, molto da ruficani. Una
volta nell’ Orazion per Roscio usa anche il
termine di Municipio per villaggi, o luoghi
territoriali,che godean della Cittadinanza,
e dove abitavano Cittadini Romani, affer-
mando, che a’padridi famiglia de’ Munìci-
pii Rujlicanì gratissimo era vedere i sigliuoli
applicati all’agricoltura. Ma insittendo nel 1.33-^
proposito nottro, quando dice Plinio, emu-
lar(ìne'Municìpi la sontuosità di Roma, va
inteso generalmente dell’altre Città; quan-
do dittingue le Città della Spagna in Confe-
derate, Stipendiane, Municipi,e Colonie,
va inteso nel primitivo, e proprio modo.
Quando racconta Svetonio, avere Augnilo
dittribuiti i Veterani pe’ campì Municipali,
intende universalmente ; quando nomina i
Decurioni de'Municipi, e delle Colonie, par-
la nel senso specifico. Cesare nel primo li-
bro della guerra civile per Citta in genere
usò tal parola più volte, e forsè non senza
sbaglio intese un di que’ patti illustre Scrit-
tore, quali l’ordine per gran premura spe-
dito da Cesare a'Duumvìrì de' Municipi tutti
di cercar navi, non fòsse caduto anche su le
Colonie. In quello senso fece menzione Pli-
nio il giovane del Municìpio Padovano, e in
quello senso municipali dittero, Arena Giu-
venale, vita Marziale, e S. Agostino Gejìì,
cioè Atti. Però Ulpiano." Municipi diciamo
ora abufiv amente i cittadini d'opni Città
intenderli dell’imperio. In quello modo Ura-
no parer non dovea, che le Colonie ancora
venilser dette Municipii ; nè era però da pen-
sare, che le ttelse Città fiotterò insicine alle
F 2 volte

Aug.t. 13*
et ioi.

Con. Tisi
Dijs. 1.
e. 3.

D. lìb. 30.
t. !./.!•
 
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