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Maffei, Scipione; Vallarsi, Jacopo [Bearb.]; Berno, Pierantonio [Bearb.]
Verona Illustrata (Parte Prima): Contiene L'Istoria Della Città E Insieme Dell'Antica Venezia: Dall'Origine Fino Alla Venuta In Italia Di Carlo Magno — In Verona: Per Jacopo Vallarsi, e Pierantonio Berno, 1732

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Dell'istoria di Verona
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Libro sesto
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https://doi.org/10.11588/diglit.62317#0070
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107

Ann. l.xt.
prirnorer
Galli a,
qua Co-
rnata ap-
pellatur.
Quod Ve-
neti , et
Insubrer
Ctiriam
inrupe-
rint, nisi
Cactus alie-
nigena-
rum l3c.

108


DI VE
L I B % 0
BL compimento della per-
fètta Cittadinanza Ro-
mana consistea nel gius
degli Onori. Furonpo-
poli, eh’ ebbero anche
il gius di dar voto, ma
non però furono am-
messi alle dignità, nè
fatti capaci di sodenere in Roma i Magi-
ilrati. Che tal diritto a quelle nostre Città,
e Colonie comunicato fosse, e che dentro
l’ottavo secole di Roma già lo godettero,
si riconosce in Tacito ; poiché deliberando
alcuni principali uomini della Gallia Chio-
mata, cheavean già la Cittadinanza, an-
che il gius degli Onori,e l’accelso in Sena-
to, si opposero alcuni Senatori dicendoceli
ser ben ballante che, la Curia fofie fiata in-
vafa da Veneti, e dagl' Infubri , e non doverli
ora accomunare anche a gliflranieri l'ìnfigne
de" Padri, e lo splendore de' Magi srati. Fu al-
lora, che l’Imperador Claudio perorando
a favor de’ Galli, gli fece ottenere quanto
bramavano, col rappresentare in Senato,
per teslimonio di Tacito, che da" fuoi an-
tenati di Sabina orìgine, e aggregati a" Patrizj
Romani, egli ave a apprefi dì trasportare a
Roma gli uomini insignf ed eccellenti dell’ altre
parti ; che mina de' Lacedemonie degli
Ateniefi su l'allontanare dalle lor Republiche
i vìnti, come forasiieri, e fallite della Roma-
na l'efimpio dato già sin da Romolo d'aver
gli fiefi in un giorno prima nimicì, poi Citta-
dini ; che i lor Maggiori avean prima comunicato
il S enato a molti d'ogni parte d'Italia fino
air Alpi, e satto in modo, che non già le per-
sine in particolare ma le intere genti dìvent af-
serò una cofa fila co'Romani : e sinalmente ebe
la quiete interna non su mai fiabile, nè le sor-
ze cantra gli efierni ben floride , si non quan-
do alla Cittadinanza ammefi surono i T rasfi a-
dani. Quelli sentimenti, degni d’esser per-.


petua norma a i più glorio!!, e meglio re-
golati dominii, espresfe il Politico a modo
suo, e col suo Itile : ma buona parte del-
l’istessa orazione allor pronunziata, e l’istes-
se parole dell’ Imperadore li conservano pur’
ancora intagliate in metallo, e si polson
leggere nel Grutero. Espone ITmperadore
fra l’altre cose, non do ver fi rigettare tale
aggregazione per efier cofa nuova, poiché molte
novità erano anche nè paflati ficoli fiate ab-
bracciate di tempo in tempo. D’un certo ba-
iamente si duole, il quale irregolarmente
avea trovato modo di tirare in casa il Con-
sorto, avanti che dalla sua patria l'intera
Cìttadinanga} che vuol dire con 1’ adito
alle dignità, conseguito li folse. Ma ciò
che più fa alproposito noli ro, ricorda Clau-
dio, che Tiberio avea già introdotto in Sena-
to tutto il fiore delle Colonie, e de' Municipi ,
cioè degli uomini buoni, e ricchi : donde par-
rebbe, essersi in tempo suo elleso il gius de-
gli onori alle Città di tal condizione, e per
conseguenza a Verona.
Quel metallo, che ci ha per rara sorte
conlervata 1’ orazioni di Claudio in Sena-
to, begl’insegnamenti ha reso perenni del-
la prudenza politica de i Romani . Ne*
tempi della Republica con chiamare a Ro-
ma i migliori delle predirne Città un mi-
rabile aggregato compolero di virtù, e di
prudenza. Senza quella malsima, non po-
trebbe tra gli altri vantar Roma il gran
Cicerone, che baila da se a illullrar l’an-
tichità tutta, e che fu il più appalsionato
per la libertà , e salvò la Republica dall5
eccidio nella congiura di Catilina. Com’ egli
era nativo del municipio Arpino, così era-
no d’altri luoghi la maggior parte di colo-
ro, che amminislravano i Magislrati, la
qual cosa disse egli slelso a’ Giudici nella
terza Filippica . Non credeano ancora i
- Romani, suor delle malsime generali, do-
ver

PW $oa.
ne quasi
novam
isiam rem
introduci
exborresi-
catte .
solidtim
civì tati s
THomana
benesiciti».
ormem sio-
rem C clo-
ni rimiri ■>
ac bfcini-
cipìortim ,
honorum
sicilicet vi-
rorum, et
locuple-
timi.
 
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