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Maffei, Scipione; Vallarsi, Jacopo [Bearb.]; Berno, Pierantonio [Bearb.]
Verona Illustrata (Parte Prima): Contiene L'Istoria Della Città E Insieme Dell'Antica Venezia: Dall'Origine Fino Alla Venuta In Italia Di Carlo Magno — In Verona: Per Jacopo Vallarsi, e Pierantonio Berno, 1732

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Dell'istoria di Verona
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https://doi.org/10.11588/diglit.62317#0125
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L 1 B % 0

Uovo, e deplorabile ap-
petto di colè , infausta
serie di miseri avveni-
menti , e sventurata
trasformazion dell’ Ita-
lia ci metterà il quinto
secolo dinanzi a gli oc-
chi. Cadde in quello fi-
nalmente a terra il suo Imperio, e lacèrata
in varie maniere ed asssitta , non sidamen-


te perde il dominio dell’altre nazioni, ma
di sestessa. Era assai tempo, che diver-
se genti. Settentrionali formate in nume-
rosi , e potenti eserciti, o tenevano, o a
piacer saccheggiavano molte provincie Ro-
mane . Terribile lopra tutti gli altri era il
nome de’ Goti : da elsi principalmente ven-
nero per lo spazio di vent’ anni i depreda-
menti , e le flragi, deplorate da S. Gero-
Ep. 3. ad lamo, nel vallo tratto tra Cofiantinopoli, e
iMiod. p Giulie, separanti la Venezia dalla su-
perior Pannonia, delle quali dice Ammia-
/. 5i. c. no, che fi cbiamavan Venete anticamente .
Ió- Morto Teodosio il Grande, la potenza, e
la condotta del quale, anche per via di do-
nativi e flipendj pur tennegli in qualche fre-
no, ersero l’animo a maggior cose, e s’in-
vaghirono dell’ Italia ftessà. Secondo la disi
posìzion di Teodpsio imperava Onorio in
Occidente con la direzione e tutela di Stili-

cene, ed Arcadio in Oriente con quella di
Rufino. Quelli due ministri sederati e in.
fedeli aspirando all’imperio, se la intesero
co’ Barbari occultamente,e molto contribui-

rono alle susseguite deslazioni. Di Stilicene
veramente, uomo peraltro di gran valore,
così non parla Zosimo, ma ne fanno sede a
bastanza Numaziano, Giornande, Orosio,
e Filoflorgio riferito da Fozio. Il Re Ala-
rico adunque lasciando la Pannonia, ove
allora co’ suoi Goti facea soggiorno, verso
Italia prese le molle, e l’anno quattrocent’

NON 0.
uno entrò in essa senza contrailo. La con-
fusione,e la contrarietà de’ Scrittori di que’
tempi, nè ci lascia affatto accertare, nè a
bastanza distinguere le marchie, e i fatti
in quell’invasione avvenuti ; ma egli è cer-
to, che dopo la battaglia di Pollenza, in-
camminato Alarico per useir d’Italia secon-
do il convenuto con Stilicene, giunto a Vero-
na mutò parere, e contra la fede volle con-
trasfar di nuovo , onde seguì altro fatto d*
armi con vittoria de’ Romani, avendo pe-
rò detto Claudiano nelle Iodi d’ Onorio, e
di Stilicone , che Verona non piccol cumulo
aveva aggiunto al trionso, e che l’Adige avea
portato al mare il sangue,e i corpi de’Go-
ti . Dopo quella seonfitta se ne fuggì Alari-
co con 1’ avanzo de’ suoi di là dall’ Alpi.
Quattr’anni appresso venne a tentar sua for-
tuna Radagaiso Scita con gran moltitudine
raccolta da più nazioni nella Sarmazia, nel-
la Germania, nella Gallia, ed in altre par-
ti: fu rotto da Romani, e ne’monti sopra
Fiesole distrutto, e fatto perire il suoeser-
cito. Ma l’anno 408, raccolta il Re Ala-
rico nuova e maggiore armata, e chiamati
in sussìdio co’ suoi Goti ed Unni Ataulfo
fratello di sua moglie, passò di nuovo in
Italia per la solita via d’ Emona, e diseeso
al piano trapassò senza ostacolo, e si lasciò
addietro Aquileia , Concordia, Aitino, e
dopo quefto Verona, come abbiamo altrove
accennato doverli leggere in Zosimo; dove
passato 1’ Adige , indi il Po ad Ostiglia ,
giunse nel Bolognese. Quinci lasciando O-
norio in Ravenna, si condussero i Goti di-
rittamente ad assediar Roma. Ridotta que-
lla all’ estremo , si compose con Alarico ,
secondando a forza ogni desiderio suo; ma
dopo varj avvenimenti ritornò egli 1’ anno
appresso, e la prese, e la saccheggiò; pro-
stituendo in tal modo per la prima volta la
grandezza, e la maestà del suo nome , e
fu-

de vi.
Corp-Ho».
Tuquo-
que’iac.

Oros. I. 7,
s. 27.

037.
 
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