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Maffei, Scipione; Vallarsi, Jacopo [Oth.]; Berno, Pierantonio [Oth.]
Verona Illustrata (Parte Prima): Contiene L'Istoria Della Città E Insieme Dell'Antica Venezia: Dall'Origine Fino Alla Venuta In Italia Di Carlo Magno — In Verona: Per Jacopo Vallarsi, e Pierantonio Berno, 1732

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Dell'istoria di Verona
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Libro undecimo
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https://doi.org/10.11588/diglit.62317#0161
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L IB 1(0 U N.D E C IMO.

Ella e preziosa memo-
ria ha-nno conservata
per l’Isloria nostra al-
cune reliquie d’antico
documento inpapiroE-
eizio, che mole anni fa
ci furon cortesemente
fatte vedere nell’Archi-
vio della Chiesa Metropolitana in Raven-
na. Al tentativo di scifrarle con tanto mag-
gior’avidità ci accignemmo , quanto che
ci fu detto essere ignote ancora, e come
lacere, sfibrate, e veramente all’estremo
ridotte, non essere fiate aggredite dal cele-
bre P. Mabillon, cui pure fur già presen-
tate, per averla supposta disperata impre-
sa. Contengono un finale d’istrumento ro-
gato nell’anno di Crifio 639, come si ri-
cava dall’ anno trentèlimo dell’ Impero d’
Eraclio , e dalla decimaterza Indizione,
che vi si nota. Quel che rimane è l’ultima
parte, e il fondo del Papiro, non altro con-
tenente che le molte sottoserizioni de’testi-
v.Dscum. monj, come ne’ documenti, che al sine
IL rappresentiamo , si può per ognuno osser-
vare. L’ atto era di donazione fatta alla
p». « Chiesa Ravignana da Paulacione, o vo-
gliam dire Paolaccio, faldato del Numero de-
Armeni, sigliuolo del fu Stefano Primicerio
Dipi. pag. del Numero de Veronefi. Nella raccolta de’
i7o. Papiri non prima publicati abbiam già no- ’
tato, come Numero ne’tempi Romani an-
cora tanto era quanto dir Coorte, e Coor-
te a un dipresso veniva a dir Reggimento,
benché su piede molto diverso dalle buone
età .Abbiam notato altresì, come Primice-
rio fu dignità anche militare, nominandoli
il Primicerio delle Guardie in una legge
del codice Teodosiano, e Primicerio di Le-
gione dicendoli essere slato S. Maurizio negli
Atti suoi. S’impara adunque dal Papiro
di Ravenna, come nell’imperio Greco uso
Ver. Illuslr. Parte I.


corse di denominare da Città, e da nazioni i
corpi militari, e come dalla Città di Ve-
rona uno se ne denominò, e continuò tal
cofiume, e le si mantenne tal’onore,anche
dopoesser da gran tempo useita dalla potestà
de’ Greci. Nobil conferma di quello fatto
ci dà Agnello; anzi impariam da lui, che
il nome di Bando, cioè di velsillo ( origi-
nato da’Longobardi, come s’impara da /• x.r. 20.
Paolo Diacono) o vogliam dire di Compa-
gnia Veronese.sino alla metà del nono seco-
le durò in Ravenna: poiché narra, che in
tempo di Felice Arcivescovo trigesim’otta-
vo, essendosi per cuslodir quella Città, e
per asiìcurarla da ogni pericolo, ripartito
1 il suo popolo in dodici parti, con formar-
ne dodici Numeri, cinque di essi, conti-
nuando, com’è da credere, i vecchi nomi
de’ Numeri militari, si denominarono da
Città. Or le Città denominanti furon Ra-
venna, Gasse, che pofcea dirsi una parte ìnFri-it.
di Ravenna fiessa , Costantinopoli, Mila-
no, e Verona: il qual’ordine, diceAgnel- dioiantn-
lo, continuò sino a tempo suo, e mostra ,
come in linea con le primarie, e supreme
quella Città era considerata inque’ tempi.
Dopo Rotati regnò sopra i Longobardi
Rodoaldo, e quinci Ariberto, poseiaifra-
telli Godeberto risedendo in Pavia, e Ber-
tarido in Milano ; indi Grimoaldo prima
Duca in Benevento. Sotto quello Re Lu-
pone Duca del Friuli fece ripresaglia del te-
soro della Chiesa d’Aquileia, ch’era slato
postato a Grado ; e se dobbiamo in ciò
credere a Paolo Diacono, andò a quell’iso- A 5. <■, 17.
la con sue squadre di Cavalleria per una
strada, o argine, che allor vi era nel ma-
re; al che però per più ragioni non così fa-
cilmente pare si polla prellar fede. Ribellò
costui poseia, e restò oppresso da gli Ava-
ri , che gli vennero adosso a istanza di Gri-
mQaldo. Fu dopo alcun tempo ammazza-
T tq
 
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