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170
L I B 1(0 OTTAVO.
E1 nuovo /ùlema princi-
piato in Italia da Dio-
cleziano, e stabilito da
Costantino, mirabil co-
la fu, come tutta que-
lla parte, che ne’ tem-
pi antichi politicamen-
te non era Italia, e non
v uiiva però compresa lotto tal nome, di-
ventane all’ incontro allora la Italia pro-
pria, e sola poi con tal nome venisfe inte-
ra. Dove ordina l’Imperador Valentiniano
C- al Prefetto del Pretorio di promulgare una
Per tutta Italia^ e per le regioni Urbi-
carie ì il nome di tutta Italia non abbrac-
cia, che quella Dicceli, e per regioni Ur-
bicarie debbono intenderli le comprese da
quella di Roma. Di sette provincie fu la
Dicceli d’Italia composta; Venezia, Emi-
lia, Liguria, Flaminia e Piceno annonario,
Alpi Cozie, Rezia prima, Rezia seconda.
Dieci ne comprese la Dicceli di Roma ;
Toscana ed Umbria, Piceno suburbicario,
Campagna, Sicilia , Puglia e Calabria,
Lucania e Bruzii, Samnio, Valeria , Sar-
degna, Corsica. C’è avvenuto di udir tal-
volta, chi da curiolità era preso di sapere,
perchè mai a quella parte lingolarmente il
nome d’Italia fi trasferire, e rimanete di-
stintamente appropriato. Potrebbe creder
taluno , che forsè per l’eccellenza , e uber-
tà, e popolazione di quelli paesi. Polibio,
che avea viaggiato in tante parti, non du-
bitò d’ anteporre le pianure traspadane a
IH- tutti i paesi d’Europa. Per far’intendere
l°ro abbondanza, e fertilità, riferì quan-
to a buon prezzo ci correte il frumento, 1’
*7“- orzo, il miglio, il panico,e ’1 vinoiequan-
toc. t0 gran copia di ghiande dapertutto folle,
onde i porci, de’ quali per li magazini mi-
litari , e per vitto comune grandissimo uso
in ogni parte li facea, di qua solcano trar-
li . Aggiugne poi, che la dovizia d’ ogni
cosa, e la felicità potea ancor meglio com-
prenderli da quello ; che chi viaggiava in
quelle parti, entrando negli alberghi, non
pattuiva con 1’ ode partitamente d’ogni co-
sa, come altrove faceasi ; ma chiedea so-
lamente per quanto li delle alloggio, e trat-
tamento, ch’è quello, che sogliam dire in
oggi mangiare a palio ; e per lo più gli olii
tutto ciò, che occorreva, somminiHravano
per mezo alse, eh’ era la quarta parte d’
un’obolo, piccola moneta, e di rado ecce-
dean tal prezzo. Loda Polibio ancora in
quelle regioni la moltitudine della gente,
e la bravura, e la bellezza de’ corpi, e la
grandezza. Strabene per contrasegno della
bontà de’terreni diede la popolazione, e 1’
ampiezza, e ricchezza di quelle Città,per
lo che dite superare tutti gli altri d’Italia
quei Romani, che in esse abitavano; e dis-
se ogni genere di frutto rendere in copia i
coltivati campi, e tante ghiande avere i
bosehi, che da’porcini cibi di qua portati
in gran parte li manteneva Roma. Lodò
ancora la gran quantità del miglio, che
per l’abbondanza dell’acque vi era, come
grano che reliste , e in qualunque caso si
conserva, e in penuria d’altri grani da fa-
me alsicura. L’abbondanza del vino dilse
conoseerlì dalle botti di legno grandi come
case, e notò b affluenza della pece , del-
la quale usi qui si facean mirabili. Final-
mente lato florìdijfimo dell' Italia chiamò Ta-
cito quello tra 1’Alpi, e il Po; e fiore dell'
Italia> e fofiegno dell' Imperio abbiam già ve-
duto , come chiamò il tratto circompada-
no Cicerone; e non poterli di leggeri ino-
ltrare in veruna parte Colonie più intigni
di quelle della Gallia cisalpina, e della Ve-
nezia , dilse il Geografo. Ove si dà vanto
Patercolo, d’aver ne’suoi militari ufizj ve-
dute le congratulazioni fatte a Tiberio per
tutte
lì
lìb. $■
•m sJiiytOit
nrs’Xtuv
■/j s> ‘TrXoa-
tx. twk sV-
tsìjSiv u'o-
<pop/3/svu ».
tpiroa ti
irXéo»t
Hìfi.ì.z.
-Phìl.ì.
Strab. /.$.
init.
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Costantino, mirabil co-
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lla parte, che ne’ tem-
pi antichi politicamen-
te non era Italia, e non
v uiiva però compresa lotto tal nome, di-
ventane all’ incontro allora la Italia pro-
pria, e sola poi con tal nome venisfe inte-
ra. Dove ordina l’Imperador Valentiniano
C- al Prefetto del Pretorio di promulgare una
Per tutta Italia^ e per le regioni Urbi-
carie ì il nome di tutta Italia non abbrac-
cia, che quella Dicceli, e per regioni Ur-
bicarie debbono intenderli le comprese da
quella di Roma. Di sette provincie fu la
Dicceli d’Italia composta; Venezia, Emi-
lia, Liguria, Flaminia e Piceno annonario,
Alpi Cozie, Rezia prima, Rezia seconda.
Dieci ne comprese la Dicceli di Roma ;
Toscana ed Umbria, Piceno suburbicario,
Campagna, Sicilia , Puglia e Calabria,
Lucania e Bruzii, Samnio, Valeria , Sar-
degna, Corsica. C’è avvenuto di udir tal-
volta, chi da curiolità era preso di sapere,
perchè mai a quella parte lingolarmente il
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stintamente appropriato. Potrebbe creder
taluno , che forsè per l’eccellenza , e uber-
tà, e popolazione di quelli paesi. Polibio,
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bitò d’ anteporre le pianure traspadane a
IH- tutti i paesi d’Europa. Per far’intendere
l°ro abbondanza, e fertilità, riferì quan-
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quelle parti, entrando negli alberghi, non
pattuiva con 1’ ode partitamente d’ogni co-
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lamente per quanto li delle alloggio, e trat-
tamento, ch’è quello, che sogliam dire in
oggi mangiare a palio ; e per lo più gli olii
tutto ciò, che occorreva, somminiHravano
per mezo alse, eh’ era la quarta parte d’
un’obolo, piccola moneta, e di rado ecce-
dean tal prezzo. Loda Polibio ancora in
quelle regioni la moltitudine della gente,
e la bravura, e la bellezza de’ corpi, e la
grandezza. Strabene per contrasegno della
bontà de’terreni diede la popolazione, e 1’
ampiezza, e ricchezza di quelle Città,per
lo che dite superare tutti gli altri d’Italia
quei Romani, che in esse abitavano; e dis-
se ogni genere di frutto rendere in copia i
coltivati campi, e tante ghiande avere i
bosehi, che da’porcini cibi di qua portati
in gran parte li manteneva Roma. Lodò
ancora la gran quantità del miglio, che
per l’abbondanza dell’acque vi era, come
grano che reliste , e in qualunque caso si
conserva, e in penuria d’altri grani da fa-
me alsicura. L’abbondanza del vino dilse
conoseerlì dalle botti di legno grandi come
case, e notò b affluenza della pece , del-
la quale usi qui si facean mirabili. Final-
mente lato florìdijfimo dell' Italia chiamò Ta-
cito quello tra 1’Alpi, e il Po; e fiore dell'
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no Cicerone; e non poterli di leggeri ino-
ltrare in veruna parte Colonie più intigni
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