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Maffei, Scipione; Vallarsi, Jacopo [Oth.]; Berno, Pierantonio [Oth.]
Verona Illustrata (Parte Prima): Contiene L'Istoria Della Città E Insieme Dell'Antica Venezia: Dall'Origine Fino Alla Venuta In Italia Di Carlo Magno — In Verona: Per Jacopo Vallarsi, e Pierantonio Berno, 1732

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Dell'istoria di Verona
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Addenda nell'istoria
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https://doi.org/10.11588/diglit.62317#0209
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3S5
Volendo Indicia starsi con edo in villa, a-
dirato colini, divise con muro in Città la
casa, togliendo alle sorelle il poterli vede-
re, e tentò di muover lite. Crescendo poi
l’odio, forsè per altro occulto motivo, or-
dì calunnia indegna, accusandpla al Ves-
covo come caduta in delitto contrario alla
sua profelsione, e come a velie occultato ,
ed ucciso il parto. Addude quai testimonj
Renato, Leonzio, ed altri sederati, che
non poteano aver’accedo in sua casa, e al-
cuni de’ quali favorivano la calunnia per
ai 6. isdegno del non vilitar lei, e non far corte
alle lor matrone, quali per alterigia il fa-
celse, e non per modestia, e ritiratezza .
Il Vescovo Siagrio diede orecchio all’accu-
la, e ordinò, che per venire in chiaro del-
la verità fòlle visitata Indicia dalle mam-
mane; ripiego, che fu usato anticamente
più volte, ove caddle dubbio di virginità
violata, onde ne fanno menzione S. Cipria-
no, e Sant’Agostino tra gli altri, ma che
non potea porli in pratica lenza ingiuria, e
senza sommo dolore della sacra Vergine ,
che perciò appellando al Metropolitano ,
fece a Sant’ Ambrogio ricorso. Dovendoli
adunque far quella causa a Milano, Madì-
mo cercò di sottrarli dalla figura d’accusa-
tore, e fece che il Vescovo seri velie, non
f.19. da lui ellersi divulgato tal fatto, ma da
femine, che l’avean riferito al Monastero,
ond’ era poi giunto a notizia anche di lui
suo congiunto. Si portarono a Milano Re-
nato, e Leonzio, dove interrogati parla-
rono differentemente, e si contraddici- tra
loro : tre vililsime donne Mercuria, Lea ,
e Teodola, che doveano far te'limonio, si
aio. trafugarono, onde innanzi al conseslò de’
Vescovi ragunato per ciò dal fanto Arci-
vescovo , nellun comparve . Deputato il
ah. giorno al giudizio, nè accusatore apparen-
do, nè testimonj, due sante donne dami-
no Sant’Ambrogio, uria delle quali avea
conosciuta Indicia a Roma, e l’altra usa
era di conviver Seco; certa nutrice in oltre
di condìzion libera,cui era parimente*mol-
to ben nota; e da tutte riportò ampia te-
slimonianza degl’ irreprensibili costumi di
quella Vergine; onde pronunziò finalmen-
te, alsolvendola del tutto da ogni sospet-
to, e condannando Massimo , Renato , e
Leonzio ; con quello, che al primo non
folle tolta la Speranza d’ederrimedo, quan-
do emendallè il Suo errore; ma gli altri due
rimanelìèro Scomunicati per Sempre , Se
forSe con penitenza notoria, e col lungo
piangere il lor peccato degni di misericor-
dia non si rendelsero.
Giunta quella Sentenza a Verona, ScriS-
se il noslro Vescovo a Sant’Ambrogio aver

3SÓ
; temenza, che di ella non mormoraslero i i.7.I3.I7
I Veronesi ; rollare in dubbio la caslità d’In-
dicia non Seguendone l’inspezione, trovarli
chi lo minacciava di non comunicar più
con lui, Se l’ammettelle senza eder prima
odervata; nè poterli dir Malsimo accusa-
tore per aver mostrato dolore della fama
sparsa centra la sua parente. A quella let-
tera rispose Sant’Ambrogio con quella, da
cui abbiam tutta la notizia di quello fatto.
: Premessò,non credere che ì [noi carilfaniVe- c. 1,
ronesi fodero per parlar male contra il lor
uso della sua Sentenza, e tanto più che col
parere, ed approvazione d’altri Suoi con-
fratelli era useita, dov’ egli all’ incontro
Senza consiglio d’alcuno si era arrogato di
giudicar Solo,- riprende Siagrio, perchè a
Suggestione, e a richieda di persone tri (le
e cattive Senza accuSator manifello, avede
creduto doverli dubitare ddl’onestà di fan-
ciulla, approvata già molt’anni avanti dal-
la cognizion dì 'Lenone dì janta memoria, e c.i.
dalla fua benedizione fantìficata: dove appa-
risce , che col conSenSo, e benedizione del
VeScovo prendeano il velo quelle che si
conlacravano a Dio. Rappresenta poi, co-
me contra le leggi e publiche, edellaChie-
Sa avea fatto, procedendo Senza manifella
accusa, e teslimonj ammettendo malevoli
( e nimici : vero accusatore benché palliato
ben ravvisarsi Madimo : non doverli per
così fatte malignità esporre all’ orribil ludi-
brio dell’inspezione una sacra Vergine, la
cui modestia venerabile esser doveva, e si-
cura: aderirli in oltre da’primi Medici tal’
esame e tal giudicio riuseir fallacissimo ,
per lo che dopo di edo si era in fatti dispu-
tato talvolta ancora : non edere Indicia
siata occulta in Verona, o naseosta, onde
come avrebbe potuto celare la gravidanza ?
poterli forsè tal sorte di pruova ammettere
in persone servili, che combattute da i
forti indizi non avessero vergogna d’offe-
rirla, ma non mai costringervi una sacra
e vereconda Vergine : sapersi , che molti
riprovavano in Verona cotal calunnia , e
fra se ripugnanti eder le pruove , e non
concordar bene nè pur le lettere dal-
l’istesso Siagrio a lui, e ad Indicia scritte,
ond’esser per ogni conto giustidima la sen-
tenza. Un’altra epistola ancora indirizzò
Sant’Ambrogio all’istesso Vescovo, ami-
chevolmente, e con un fatto della Scrit-
tura inoltrandogli, quanto rispetto alla sa-
cra virginità aver si debba.
Nel secolo appresso &c.
p. 269. di cognome tien luogo, in alcu-
ne parti è preso dal nome del padre, coni’
anco anticamente Paolo Diacono si era de-

no-
 
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