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( 3r ) -

Ma non pertanto lasciarono i Romani di considerarla altresì
come Minerva per la Sapienza , come Cerere per 1' Agricol-
tura , Diana per la Caccia Bellona per la guerra e per il
buon successo delle battaglie la Vittoria . É così certa la
qualità Pantea riconosciuta in questo Nume che volendosi
ottenere da qualcuno cosa importante gli si prometteva Va-
cuna tutta intera .

Quas si solveris Poeta migas

Totani trado simul Vacunam , dice Ausonio (a).

Quanto però diciamo di questa Dea secondo la Teogo-
nia vigente in Roma ai tempi di Varrone non deve appli-
carsi agli antichi Sabini, primi e più vecchi adoratori di
questo Nume . Eglino e avanti e dopo essere slati assogget-
tali alle Aquile Romane non cessarono giammai di rispettare
Vacuna come Divinità unica e suprema . Ebbe perciò ragione

10 Chaupy , strenuo vendicatore dell'onore di questa Dea -, di
argutamente dire che Vacuna in Sabina non solo si trova
per tutto, ma vi si trova come tutto. Di fatto narra
Plutarco nella vita di Numa ( sono sue parole ) eh' egli in-
segnò ai Romani a rispettare una Divinità sopra tutte le
altre la quale egli chiamò Tacita ; e che secondo la sua
dottrina e Filosofia dovea tenersi per la prima origine e
causa di tutto; che non era nò sensibile, nè passibile, ma
invisibile ed incorruttibile e solamente intelligibile : soggiun-
gendo che questo saggio Sabino invitato dopo la morte di
Romolo ad occupare il trono della nascente Roma , fece in lai
senso fabricare il tempio di Vesta , con l'obbligo di guardarvi

11 fuoco sacro ; e volle che circolare fosse il Tempio , per-
chè vi si rappresentasse la forma dell' Universo, nel mezzo
del quale secondo le dottrine di allora si credeva essere la
sede del fuoco chiamato Vesta, che Numa diceva essere
1' Unità . Se mal non mi appongo , Numa così facendo non
fece che scambiare il nome di questo Ente supremo dalla
Vacuna Sabinese alla Vesta del Lazio . E forse per poli-
tici riguardi si astenne di dargli il nome patrio ; giacché
trovò in Roma venuto di Grecia il culto di Vesta, intro-
dotto sul Palatino, ed in Alba, con le Vestali, da una
delle quali Romolo stesso era nato . Vedrassi in breve nel

(a) Auson. Epist. IV. 99.

(£>) Chaupy Camp, d' Horace tom. IH. pag. 181.

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