Università’ 311
cedente secolo XV1IL, e sostenuta da uomini d’altissi-
mo ingegno e forniti di non comune dottrina. Nè so-
lamente questo benefìzio ricevettero in Roma le lette-
re, ma ne godettero eziandio le scienze, in ispecie per la
fondazione di novelle accademie e di splendide e ric-
che librerie pubbliche. Laonde verso la metà del XVIII.
secolo la letteratura romana fioriva, e l’Archiginasio tro-
vavasì in pieno vigore, capace di farla risalire al pri-
miero stato di solida rinomanza {Renazzi, oper. cit. T-
IV. lib. V. cap. V., tutto intero}.
In così prosperevoli circostanze fu assunto al pon-
tificato Benedetto XIV., Lambertini , correndo l’anno
1740. Questo papa di eterna ricordazione fin da quan-
do era prelato, e più ancora essendo cardinale scrisse e
pubblicò molte opere piene di profonda sapienza, per
cui non è maraviglia se, essendo egli dotto, amasse co-
tanto che la dottrina risplendesse in Roma nella pie-
na sua luce, e se cercasse che 1’ Archiginnasio , quasi
tempio di essa, prosperasse sotto il suo governo. Egli
volse le prime sue cure al Collegio reiterale degli av-
vocati Concistoriali, di cui aveva fatto parte, conferman-
do ed ampliando le prerogative dì esso Collegio, spe-
cialmente per quello risguarda il rettorato. {ledi la
Costituzione che ciò risguarda, nel Renazzi, oper. cit.
appendi, al Tom. I . n. XIX.}. Pensò quindi Benedet-
to XIV. d’arrecare delle riforme nella Università, e di
accrescerle ornamento; e da prima volse il pensiero ai
concorsi per la scelta de’professori. E qui da sapere,
che dopo la fondazione del romano Studio, fatta da Bo-
nifazio Vili., i professori si elegevano liberamente da-
gli Uffiziali della famosa Fraternità romana. Giovanni
XXII. volle che in seguito vi avesse parte il consenso
del suo Vicario in Roma. Sembra che in processo di
tempo i Senatori romani si assumessero la facoltà d’e-
cedente secolo XV1IL, e sostenuta da uomini d’altissi-
mo ingegno e forniti di non comune dottrina. Nè so-
lamente questo benefìzio ricevettero in Roma le lette-
re, ma ne godettero eziandio le scienze, in ispecie per la
fondazione di novelle accademie e di splendide e ric-
che librerie pubbliche. Laonde verso la metà del XVIII.
secolo la letteratura romana fioriva, e l’Archiginasio tro-
vavasì in pieno vigore, capace di farla risalire al pri-
miero stato di solida rinomanza {Renazzi, oper. cit. T-
IV. lib. V. cap. V., tutto intero}.
In così prosperevoli circostanze fu assunto al pon-
tificato Benedetto XIV., Lambertini , correndo l’anno
1740. Questo papa di eterna ricordazione fin da quan-
do era prelato, e più ancora essendo cardinale scrisse e
pubblicò molte opere piene di profonda sapienza, per
cui non è maraviglia se, essendo egli dotto, amasse co-
tanto che la dottrina risplendesse in Roma nella pie-
na sua luce, e se cercasse che 1’ Archiginnasio , quasi
tempio di essa, prosperasse sotto il suo governo. Egli
volse le prime sue cure al Collegio reiterale degli av-
vocati Concistoriali, di cui aveva fatto parte, conferman-
do ed ampliando le prerogative dì esso Collegio, spe-
cialmente per quello risguarda il rettorato. {ledi la
Costituzione che ciò risguarda, nel Renazzi, oper. cit.
appendi, al Tom. I . n. XIX.}. Pensò quindi Benedet-
to XIV. d’arrecare delle riforme nella Università, e di
accrescerle ornamento; e da prima volse il pensiero ai
concorsi per la scelta de’professori. E qui da sapere,
che dopo la fondazione del romano Studio, fatta da Bo-
nifazio Vili., i professori si elegevano liberamente da-
gli Uffiziali della famosa Fraternità romana. Giovanni
XXII. volle che in seguito vi avesse parte il consenso
del suo Vicario in Roma. Sembra che in processo di
tempo i Senatori romani si assumessero la facoltà d’e-