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il lavoro, dall'altro canto se ne rendeva quasi impossibile
l'attuazione. L'obbligo assunto di porre in luce senza mai
frapporre indugio nell'andare della pubblicazione le novelle
scoverte, non ci avrebbe concesso di seguire con severo ordine
qualsiasi classificazione. Laonde, pubblicando ed illustrando
distintamente ogni casa, ogni monumento, abbiam prescelto
invece il partito di coordinare il lavoro mercè l'indice generale
posto in fine dell'opera, il quale sulle tracce della pianta della
città, per la prima volta divisa in regione e descritta per isole,
dispone nell'opera stessa, direm così, topograficamente i suoi
pubblici e privati edifizi come appunto succedonsi nell'antica
Pompei.

Nella descrizione generale che precede le illustrazioni dei
diversi monumenti abbiamo riassunto ed esposto, a seconda
delle speciali incidenze, i riti religiosi, i costumi, gli usi, le
militari discipline, le industrie, il commercio, gli spettacoli in
fine ciò che costituiva il viver civile di quell'antico paese. Il
quale può chiamarsi ben a ragione il libro più eloquente che
s'abbia la storia dell'antichità, perocché còlta Pompei alla
sprovvista dalla morte, pei fulmini del vicino Vesuvio, oggi
quasi rivive, esempio unico nelle vicende dei tempi, e dopo
ben diciotto secoli riflette come in lucido specchio la vita
pubblica e domestica dei suoi antichi abitatori. E così per mutar
di fortuna noi ora chiamiamo ben avventurosi quei fulmini
perchè ci tramandarono intatti dalle ingiurie degli anni e degli
uomini tanti preziosi tesori, tante peregrine memorie.

A questa parte del lavoro, alla descrizione generale della
città, congiungiamo le varie tavole rappresentanti molta
parte di quella rara mole di suppellettili e di artistiche opere
 
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