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2 CASA DETTA DEL POETA TRAGICO

stesso proprielario della casa, di cui erano quasi una dipendenza. Onde, giusta una osservazione del
Mazois, il Bechi ed il Raoul-Rochette furon di parere che queste tabernae erano destinate alla vendita
del grano, de'frutti, e delle altre derrate provenienti da'rustici fondi del proprietario 5.

PROTIRO

Una ben lavorata soglia di travertino dà l'ingresso al protiro o vestibolo, che veniva rinchiuso
da una porta a due partite girevoli ne'cardini di bronzo. Appena dopo l'entrata vedevasi il pavimento
a musaico di bianche pietruzze, con ornamento di nere, il quale giunge insino all'atrio terminando
con soglia a musaico con svariati ornamenti di nere pietruzze in fondo bianco (vedi la tav. I, n.° 24).
La parte più prossima all'entrata ci presentava un cane nell'atto di latrare, e sotto la iscrizione CAVE
CANEM 6 (tav. cit. n.° 23). Alla quale particolarità fa bello ed opportuno riscontro il vestibolo della
casa di Trimalchione appo Petronio, nella cui sinistra parete era dipinto un gran cane egualmente
incatenato, presso di cui era scritto CAVE CANEM 7. Questo uso, di figurar quel fedele e diligente
animale all'entrata delle magioni, risale ad alla antichità, ed è da riputar simbolo di fida ed attenta
custodia. Le pareti sono dipinte a riquadri rossi gialli e bianchi, con plutei, festoni, candelabri ed
altri ornati, divisi nel mezzo da pilastri scanalati: nella parte inferiore compariscono pure augelli
svolazzanti su piante, che sorgon dal suolo. Alcuni rotondi quadretti sono ora affatto perduti.

ATRIO

L'atrio tuscanico ha pavimento a musaico di bianche pietruzze, cinto intorno intorno da una linea
di nere. Nel mezzo è l'impluvio rivestito di marmo nell'interno, e per una parte all'esterno sul
pavimento dell'atrio; sul quale è pure in giro un meandro a musaico. Nella parte posteriore dell'impluvio
è una cisterna col suo coverchio di marmo, e nel medesimo sito il putcale, perchè fosse possibile tirar
l'acqua per gli usi della casa. Vedesi di fatto questa bocca di pozzo internamente scanalata nell'orlo:
il che avvenne probabilmente dal continuato strisciar della fune.

Le pareti di questo atrio erano magnificamente decorate e dipinte. Due bianchi pilastri con capricciosi
ma eleganti capitelli veggonsi all'ingresso dalla parte interna dell'atrio. Il capitello di questi pilastri è
formato di tre bianche foglie di acanto in fondo azzurro; e più in alto due altre foglie ravvolte, che
costituiscono quasi nel mezzo due volute spiccando in fondo rosso 8. Della quale particolarità volemmo
in questo luogo discorrere, per notare come sia un altro esempio dell'architettura policroma presso
<*li antichi, della quale più volte avemmo a rammentarci nelle pompejane costruzioni.

Le pareti sono dipinte con zoccolo rosso a varii riquadri, e tutta la parte superiore di giallo : il
fregio è nero con ornati di fogliami, che ravvolgendosi in elegantissime spire circondano mostri ed
animali, che vi corrono dentro. Stupendi quadri per arte e per soggetti fregiavano i muri. Essi furono
per la massima parte trasportati nel Real Museo Borbonico, per salvarli dalla distruzione; e noi ne
faremo qui la enumerazione, additando brevemente le spiegazioni che furono date dagli archeologi di
alcuni fra essi di non evidente interpretazione.

Sulla sinistra parete veggonsi tuttavia i residui di due quadri, essendo caduto l'intonico nella
parte superiore. In uno non appajono che i piedi e porzione delle gambe di tre figure: e perciò non
è possibile dar luogo a quale che siesi conghiettura. Più conservato è l'altro, che mostrasi di accurato
disegno 9. Vedesi la figura di un Tritone con orecchie aguzze, che ticn colla destra un oggetto incerto,
forse un aplustre; compariscono pure i piedi di una marina ninfa adorni di periscelidi, la quale era
certamente sdrajata sul Tritone. Questo grazioso dipinto figurava forse Anfitrite, ovvero alcuna delle
Ninfe amate dal dio del mare ; giacché vedesi pur fralle acque un alato Amore che cavalca un delfino
nuotante a destra, tenendo l'aureo tridente. Nò sarebbe altresì strano il pensare a Teti, che reca
le armi ad Achille, la quale apparve eziandio sdrajata sul Tritone in altri pompejani dipinti 10.
Anzi questo soggetto si troverebbe in stretta relazione con gli altri soggetti omerici, e propriamente
dell'Achilleide, de'quali diremo tra poco.

Pria di discorrere de'tre grandi quadri più conservati di questo piccolo atrio così notabilmente

» Citasi a tal proposito un classico luogo di Vitruvio, ove si ricordano le tabernae vinctus, in paride erat pictus, superque quadrata lilera scriptum, CAVE.CANEM.

in vestibulis (archit. lite. VI, e. V); le quali esser non possono dissimili da questa Petr. Satyr. e. 29. Vedi le annotazioni p. 104 ed. Burmanni ; ed il Raoul-Rochette

della casa, di cui parliamo. °P- ciL pas> 13'

• Questo musaico è ora nel Real Museo Borbonico all' ingresso della sala degli 8 È pubblicato dal Raoul-Rochette Maison du poète tav. VI n. 3.

oggetti preziosi: esso fu pubblicato più volte. 9 È PubbIical° da Zabn '< 22-

i Ad sinistram enim intrantibus, non longe ab ostiarii cella, canis ingens, catena ,0 Vedi Minervini vasi Jatta pag. 108 e 162.
 
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