TEMPIO D'ISIDE
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sarebbe la prima volta che un fiume, lasciando le sue acque, si fosse prestato a simili servigi : la terza,
che Io non avendo ripreso la sua forma umana che noli' Egitto, il Nilo l'avrebbe portata fin là a ridosso
come vacca e senza sapere chi fosse, ciò che è più assurdo : e la quarta è nella maniera stessa come Io
siede sull'omero del Dio, posizione impossibile a chi voglia farsi trasportare da altri in quel modo; tanto
che per reggersi senza sforzo, come è l'atteggiamento che le die il pittore, ella si fa sgabello di un gran
sasso, collocato opportunamente sulla riva, alla giusta distanza da potervi poggiare con tutto comodo i
piedi. Dalla parte poi degli astanti non è men certo che il quadro non presenti il primo arrivo d'Iside.
L'Arpocrate che porta in fronte il segno della sacra iniziazione ai misteri Isiaci, cioè il loto, ed ha da
un lato il piccolo secchio a cui fa da manico un aspide che solleva il collo su di esso, come Apuleio
descrive appunto il secchio portato da Iside nell'apparizione di questa divinità, le due sacerdotesse col
simile fiore sulla fronte, il caduceo, i due sistri sormontati ciascuno dal medesimo fiore, l'aspide
attorcigliato al braccio sinistro della matrona che rappresenta l'Egitto, e lo stesso fiore di loto, che le
sporge dal mezzo della fronte, in fine la grande ara che è alla sua destra; tutti questi segni son argomenti
troppo evidenti che qui si è voluto rappresentare il culto isiaco, il quale per certo non è riferibile ad Io
fin dal momento che ella si fermò nell'Egitto.
Quale è dunque il nostro avviso? Stando a quello che innanzi abbiamo appreso da Plutarco, il simbolo
di Iside, cioè della Natura, ed il culto rcnduto a questa Dea pantea, era già stabilito ed antico nell'Egitto,
quando vi giunse Io, nella quale poi la popolare credenza incarnò quel simbolo e quel culto, identificando
Iside ed Io. Ciò posto il pregevolissimo quadro è una nobile e solenne espressione del culto isiaco, quando
già Iside ed Io nella credenza popolare erano una sola cosa; culto proprio dell'Egitto, donde passò in
seguito ad altre contrade. Il Nilo che solleva sugli omeri la Dea, è bellissima immagine della preminenza
del culto di lei nell'Egitto, di un culto cioè proprio di quella contrada, e ricorda l'uso dei soldati di
sollevare sugli scudi quel duce che essi proclamavano imperatore. Questo pcnsiere trova ampio riscontro
in tutto il quadro, nell'ara, nelle due sacerdotesse coi sistri e il caduceo, nell'Arpocrate, nella sfìnge,
nella venerabile matrona posta a rappresentare l'Egitto,la quale stringe l'aspide nella sinistra, le quali
figure hanno tutto il loto in fronte. La destra poi che questa medesima matrona porge in atto amichevole
alla Dea cornuta, due cose esprime; che quella Dea e l'Egitto sono due alleati, e che quella Dea cotanto
onorata non è nativa dell'Egitto, ma una sopravvenuta per beneficare quel paese; e perciò è Io, quando
la credenza popolare a questa antica regina dell'Egitto, venuta di Grecia, la quale avea insegnato agli
egiziani l'uso del lino, l'agricoltura, le lettere ed altre molte cose, attribuì il culto della simbolica Iside.
Le corna infine è chiaro che le convenissero, sì perchè Iside, come dice Plutarco e secondo la visione di
Apulejo, fu nei tempi posteriori determinata alla Luna, sì perchè come Io, rammentavano la forma di
vacca sotto di cui venne in Egitto.
OGGETTI RINVENUTI NEL TEMPIO D'ISIDE
OGGETTI DI BRONZO
Frammenti della serratura della porta del tempio.
Guarnimento della porta della edicola per le lustrazioni dei
sacerdoti nel recinto scoperto del tempio.
Un Sistro e un Secchio per la statua di Iside nella cella.
Un Amuleto.
Una lucerna di bronzo a due becchi.
Due piccoli candelieri.
Una piccola ara per suffomigi.
Varii strumenti da sacrificii.
Due altri Sistri.
Un candelabro.
OGGETTI DI MARMO
Idolo egiziano in pezzi e senza gambe, ornato di geroglifici.
Frammento dalla coscia in giù di un altro idolo egiziano con
la sua base.
Una mensa per le cene pontificali.
Tavola di marmo con l'iscrizione sulla porta del Tempio.
Imposta di una nicchia con iscrizione.
Due vasi lustrali.
Testa, mani e piedi del simulacro d'Iside per la cella.
Tavola di marmo statuario con 21 righe orizzontali di minuti
geroglifici, con altra riga verticale, scolpiti nella grossezza della
tavola.
Due teste muliebri ed una virile, con mani e piedi anche di
marmo, il resto di legno in frantumi.
Erma di C. Norbano Sorice.
Statuetta di Venere anadiomene.
Statua velata d'Iside.
Piccola statua di Bacco, coronato di pampini, con una tigre
a'piedi.
OGGETTI PREZIOSI
d' oro.
Una piccola tazza di oro.
Due Lettisternii, uno di avorio, l'altro di bronzo con fregi
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sarebbe la prima volta che un fiume, lasciando le sue acque, si fosse prestato a simili servigi : la terza,
che Io non avendo ripreso la sua forma umana che noli' Egitto, il Nilo l'avrebbe portata fin là a ridosso
come vacca e senza sapere chi fosse, ciò che è più assurdo : e la quarta è nella maniera stessa come Io
siede sull'omero del Dio, posizione impossibile a chi voglia farsi trasportare da altri in quel modo; tanto
che per reggersi senza sforzo, come è l'atteggiamento che le die il pittore, ella si fa sgabello di un gran
sasso, collocato opportunamente sulla riva, alla giusta distanza da potervi poggiare con tutto comodo i
piedi. Dalla parte poi degli astanti non è men certo che il quadro non presenti il primo arrivo d'Iside.
L'Arpocrate che porta in fronte il segno della sacra iniziazione ai misteri Isiaci, cioè il loto, ed ha da
un lato il piccolo secchio a cui fa da manico un aspide che solleva il collo su di esso, come Apuleio
descrive appunto il secchio portato da Iside nell'apparizione di questa divinità, le due sacerdotesse col
simile fiore sulla fronte, il caduceo, i due sistri sormontati ciascuno dal medesimo fiore, l'aspide
attorcigliato al braccio sinistro della matrona che rappresenta l'Egitto, e lo stesso fiore di loto, che le
sporge dal mezzo della fronte, in fine la grande ara che è alla sua destra; tutti questi segni son argomenti
troppo evidenti che qui si è voluto rappresentare il culto isiaco, il quale per certo non è riferibile ad Io
fin dal momento che ella si fermò nell'Egitto.
Quale è dunque il nostro avviso? Stando a quello che innanzi abbiamo appreso da Plutarco, il simbolo
di Iside, cioè della Natura, ed il culto rcnduto a questa Dea pantea, era già stabilito ed antico nell'Egitto,
quando vi giunse Io, nella quale poi la popolare credenza incarnò quel simbolo e quel culto, identificando
Iside ed Io. Ciò posto il pregevolissimo quadro è una nobile e solenne espressione del culto isiaco, quando
già Iside ed Io nella credenza popolare erano una sola cosa; culto proprio dell'Egitto, donde passò in
seguito ad altre contrade. Il Nilo che solleva sugli omeri la Dea, è bellissima immagine della preminenza
del culto di lei nell'Egitto, di un culto cioè proprio di quella contrada, e ricorda l'uso dei soldati di
sollevare sugli scudi quel duce che essi proclamavano imperatore. Questo pcnsiere trova ampio riscontro
in tutto il quadro, nell'ara, nelle due sacerdotesse coi sistri e il caduceo, nell'Arpocrate, nella sfìnge,
nella venerabile matrona posta a rappresentare l'Egitto,la quale stringe l'aspide nella sinistra, le quali
figure hanno tutto il loto in fronte. La destra poi che questa medesima matrona porge in atto amichevole
alla Dea cornuta, due cose esprime; che quella Dea e l'Egitto sono due alleati, e che quella Dea cotanto
onorata non è nativa dell'Egitto, ma una sopravvenuta per beneficare quel paese; e perciò è Io, quando
la credenza popolare a questa antica regina dell'Egitto, venuta di Grecia, la quale avea insegnato agli
egiziani l'uso del lino, l'agricoltura, le lettere ed altre molte cose, attribuì il culto della simbolica Iside.
Le corna infine è chiaro che le convenissero, sì perchè Iside, come dice Plutarco e secondo la visione di
Apulejo, fu nei tempi posteriori determinata alla Luna, sì perchè come Io, rammentavano la forma di
vacca sotto di cui venne in Egitto.
OGGETTI RINVENUTI NEL TEMPIO D'ISIDE
OGGETTI DI BRONZO
Frammenti della serratura della porta del tempio.
Guarnimento della porta della edicola per le lustrazioni dei
sacerdoti nel recinto scoperto del tempio.
Un Sistro e un Secchio per la statua di Iside nella cella.
Un Amuleto.
Una lucerna di bronzo a due becchi.
Due piccoli candelieri.
Una piccola ara per suffomigi.
Varii strumenti da sacrificii.
Due altri Sistri.
Un candelabro.
OGGETTI DI MARMO
Idolo egiziano in pezzi e senza gambe, ornato di geroglifici.
Frammento dalla coscia in giù di un altro idolo egiziano con
la sua base.
Una mensa per le cene pontificali.
Tavola di marmo con l'iscrizione sulla porta del Tempio.
Imposta di una nicchia con iscrizione.
Due vasi lustrali.
Testa, mani e piedi del simulacro d'Iside per la cella.
Tavola di marmo statuario con 21 righe orizzontali di minuti
geroglifici, con altra riga verticale, scolpiti nella grossezza della
tavola.
Due teste muliebri ed una virile, con mani e piedi anche di
marmo, il resto di legno in frantumi.
Erma di C. Norbano Sorice.
Statuetta di Venere anadiomene.
Statua velata d'Iside.
Piccola statua di Bacco, coronato di pampini, con una tigre
a'piedi.
OGGETTI PREZIOSI
d' oro.
Una piccola tazza di oro.
Due Lettisternii, uno di avorio, l'altro di bronzo con fregi
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