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Requeno y Vives, Vicente
Saggi sul ristabilimento dell'antica arte de'greci e romani pittori (Band 1) — Parma, 1787 [Cicognara, 193A]

DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.13393#0187

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gli affetti più dilicati, e complicati: dolore,
ed amore insieme ; angoscia propria, e timo-
re si videro per la prima volta ne' quadri,
i quali, benché presentassero durezza di colo-
rito, furono per l'espressione sorprendentissimi.
Aristide dipinse una madre ferita mortalmente,
e grondante di sangue, col fìgliuolino tra le
braccia : nell'atteggiamento della madre si sco-
priva il dolore delle ferite, e il timore insie-
me , che il bambino nel seno materno non suc-
ciasse col latte il sangue delle ferite. Alessan-
dio Magno comprollo subito che lo vide, e
ne fece un regalo alla propria patria (V), sti-
mando un tal dono come uno de' segni più
grandi dell'affezione che le portava.

Dipinse Aristide molti altri lodatissinii qua-
dri, di cui fa menzione Plinio; ma singolarmen-
te uno d'un infermo (è), lodato da tutti oltre-

Apelle, e come gli altri maestri, di dipingere nel volto
delle loro figure gli affetti dell'animo, voile , che le pittu-
re sue manifestassero l'animo pieno d'affetti diversi, e alle
volte contrarj. Così interpreto Plinio; e Winckelmann
parla similmente ad un altro proposito.

(a) Quam tabulavi Alexander Magnus transtulerat Pel.
lam in patriam suam .

(b) Pinxit et aegrum sine fine laudatum, qua in arte tan-
tum valuit, ut Attaliis Rex unam ubulam ejm ctnwm ta.<-
lemis erniose tradatxr.
 
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