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Requeno y Vives, Vicente
Saggi sul ristabilimento dell'antica arte de'greci e romani pittori (Band 1) — Parma, 1787 [Cicognara, 193A]

DOI Seite / Zitierlink:
https://doi.org/10.11588/diglit.13393#0370

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sì mischiano, e degradano i colori, come col
pennello: operazione impraticabile ne'musaici.
La perpetuità d'una pittura all'encausto dello
stiletto non dovrà cedere alla durazione de'
musaici ; eccettuando gli incendj. Una tavola
dipinta colle cere e stiletto ha resistito sei
ore esposta al cocente Sole , senza scolarsi le
cere, nè fare sensibile mutazione.

CAPITOLO XVI

Spiegazione d'un altro genere d''Encausto,
insinuato da Plinio colle parole
Et in ebore caestro, id est veruculo.

Tn questo genere d'encausto gli antichi Greci
non adoperarono le cere colorite, come pensa-
rono Mont-Josieu, e il Conte di Cailus -, altri-
menti Plinio parlerebbe molto mal a proposito
del primo encausto, contrassegnandolo colla
solaj parola cera. Che se poi nel terzo genere
d'encausto si sciolgono le cere per l'uso del
pennello, tutto viene distintamente spiegato
dal nostro Autore , acciocché non sia confuso
col primo. Tacendo dunque Plinio delle cere
nel secondo genere d'encausto, del quale adesso
trattiamo , non è punto ragionevole supporle ;
 
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